Napoli, raid contro Neres e Politano: indagini affidate alla Squadra Mobile

David Neres e Matteo Politano

NAPOLI – Nella scorsa settimana si sono verificati il raid all’interno dell’auto di Juan Jesus e il furto della vettura di Matteo Politano, ritrovata qualche ora dopo sul territorio del Comune di Casoria. Si tratta di vicende che sono avvenuta circa un mese e mezzo dopo la rapina subita da Neres all’esterno dello stadio Maradona, mentre rientrava in albergo dopo il match vinto contro il Parma. Il brasiliano fu costretto sotto la minaccia di una pistola a cedere un orologio dal valore di circa 100mila euro. Nonostante i raid all’indirizzo dei calciatori del Napoli siano di nuovo in aumento, secondo gli investigatori, alla base non c’è alcun disegno criminale. Pare che si tratti di episodi isolati. Le indagini sulla rapina a Neres e sul furto dell’auto di Politano, che pare siano i fatti di cronaca più gravi accaduti nelle ultime settimane, sono passate agli uomini della Squadra Mobile di Napoli guidati dal capo Giovanni Leuci. Gli investigatori hanno avuto già modo di parlare con Neres e Politano ed escludono che ad agire siano stati i componenti della stessa banda. Le indagini sono ancora in corso e poche sono le notizie che trapelano. Però, gli uomini della Squadra Mobile hanno l’impressione che il colpo ai danni di Neres sia stato studiato a tavolino, mentre per quanto riguarda l’auto rubata a Politano, il fatto che la vettura sia stata abbandonata a Casoria fa intendere che i ladri non sapessero a chi appartenesse la vettura prima di trafugarla. In un post sui social l’attaccante esterno del Napoli aveva chiesto di riavere indietro il portafogli, regalatogli da una persona cara, che adesso non c’è più. Il messaggio, però, non è andato a buon fine, visto che all’interno dell’automobile mancava soltanto l’oggetto richiesto da Politano. E’ difficile comprendere che significato possa avere. Gli investigatori non escludono che i malviventi abbiano appreso di aver rubato l’auto di un calciatore del Napoli dopo aver letto il messaggio postato dall’attaccante. E’ possibile che i ladri si siano tenuti il portafogli come atto dimostrativo. E’ ovvio che nel capoluogo ci sia preoccupazione per l’escalation di criminalità segnalata negli ultimi mesi, ma si tratta di episodi che si verificano anche in altre città d’Italia.

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