NAPOLI – Napoli non dimentica. In duecento si sono incontrati in piazza Municipio per partecipare al raduno dedicato a Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso il 31 agosto dell’anno scorso a colpi di pistola al termine di una lite scoppiata per futili motivi in una paninoteca. All’evento, intitolato ‘Giogiò nisciuno te scorda’, sono stati presenti – al fianco di Daniela Di Maggio, Franco Cutolo e Ludovica Cutolo, rispettivamente madre, padre e sorella di Giovanbattista, meglio conosciuto come Giogiò – il prefetto di Napoli, Michele di Bari, il presidente del Consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero, il vicesindaco di Napoli Laura Lieto, e l’assessore alla Legalità Antonio De Iesu, nonché alcuni sindaci e rappresentanti di Comuni dell’area metropolitana, il questore di Napoli, Maurizio Agricola, il comandante provinciale della guardia di finanza, Paolo Borrelli, il rappresentante del comando provinciale dei carabinieri, il colonnello Andrea Leo. In piazza Municipio, teatro dell’uccisione del giovane musicista ad opera di un ragazzino dei Quartieri Spagnoli (condannato a marzo a 20 anni di carcere), c’era anche tanta gente comune: uomini, donne, ragazzi che hanno voluto ricordare il 24enne con un gesto semplice, con un abbraccio, un sorriso, semplicemente con la propria presenza.
“Un vento di dolore, sofferenza e rabbia soffia più forte sulla comunità nel ricordo del compianto Giogiò ad un anno dalla sua scomparsa – ha detto il prefetto Michele Di Bari – In questo tragico evento luttuoso che ha annichilito e lastricato a terra i genitori e la sorella, la comunità ha avuto una rapida risposta giudiziaria, ma quella che interpella la coscienza di ognuno e invoca un cambio di passo, soprattutto tra i giovani e giovanissimi, è affidata ad ogni persona, alle diverse sensibilità, a coloro che sfidano il quotidiano per sconfiggere ogni forma di rassegnazione. Bisogna evitare che la tragedia resti relegata in un angolo di cronaca giudiziaria. E’ l’ora di un poderoso sussulto che reclama una singolare attenzione su una morte, come altre avvenute in un modo così assurdo, allo scopo di rendere anche visibile il perseguimento di nuovi obiettivi per irrobustire la coesione sociale”. L’afa non ha fermato la volontà di chi ha voluto partecipare alla manifestazione. Nel corso del sit-in, nel luogo dov’è avvenuta la tragica vicenda, è stata deposta una corona di fiori in memoria di Giovanbattista.
“Da qui, dunque, è necessario partire perché lo spazio culturale, le aspirazioni, l’attività del giovane musicista Giogiò possano diventare patrimonio della comunità”, ha aggiunto il prefetto. Musica, striscioni, fiori: Napoli si è stretta ancora una volta intorno alla famiglia Cutolo. “Basta proteggere i criminali, la vera Napoli siamo noi – ha detto mamma Daniela – Noi siamo i napoletani. Loro, i criminali, i violenti, si chiamano zombie letali. Escono dalle loro tombe e dalle fogne, dove devono rimanere”. “Giogiò conta grazie alla sua gentilezza, grazie alla sua non indifferenza, grazie al suo cuore e al suo amore. Questo è quello che bisogna prendere di ispirazione: Giovanbattista Cutolo”, ha proseguito la donna. “Il sacrificio di Giogiò è l’esempio del bene che vince sul male – ha aggiunto Gennaro Oilivero, presidente del Consiglio regionale -, della purezza che vince sulla sopraffazione e sul dolore. E’ la vittoria di chi per difendere l’altro non ha avuto paura di mettere a rischio se stesso, aderendo ad un patto eterno con il bene. Un bene che continua ad essere visibile ogni giorno. Tanti bambini dell’Istituto comprensivo Castel Volturno-Villaggio Coppola stanno suonando grazie a lui e al corno francese che abbiamo donato all’orchestra della scuola. Tante persone hanno conosciuto il suo strumento musicale e si sono appassionate alla sua storia. Una storia di bene e coraggio che resterà eterna: Giogiò vive”. Il sacrificio di Giovanbattista non è stato vano, sono andata nelle scuole di tutta Italia e mio figlio è diventato un simbolo come Falcone e Borsellino per i ragazzi perché più vicino a loro in termini di età , è diventato simbolo di rinascita”, ha proseguito Daniela Di Maggio che ha concluso così: “Oggi vincono la Medaglia d’Oro al Valor Civile, i valori, la gentilezza, la purezza del cuore” di un ragazzo, suo figlio, ucciso mentre difendeva un amico in una lite contro una baby gang.
Colpito alle spalle, difendeva un amico da una baby gang
NAPOLI (dc) – E’ notte fonda, ma né Giovanbattista Cutolo né i suoi amici hanno intenzione di tornare a casa. Il musicista 24enne lavora come cameriere in un pub. Quella notte, quando il 31 agosto è iniziato da poche ore, c’è un evento da festeggiare: il compleanno di un amico. Ecco perché il 24enne e i suoi amici di sempre si ritrovarono in una paninoteca in piazza Municipio. Ci vanno spesso, conoscono la zona. Stanno consumando un panino quando, dal nulla, arrivano alcuni ragazzini. E’ una baby gang, una delle tante del centro di Napoli. Tra i gruppi parte qualche scaramuccia. Uno scooter parcheggiato in modo non gradito e scoppia la lite. Volano sedie e tavolini, poi tre rumori sordi e un corpo a terra. Un 17enne della baby gang dei Quartieri Spagnoli ha appena esploso tre colpi di pistola all’indirizzo di Giovanbattista Cutolo, per amici e parenti Giogiò, che è a terra in una pozza di sangue. Purtroppo il 24enne non ce la farà. Partono le indagini, sull’omicidio lavora la Squadra Mobile. Gli investigatori stringono il cerchio attorno al 17enne in poco tempo. Fondamentali si riveleranno le telecamere del sistema di videosorveglianza dell’esercizio commerciale e della zona. I primi due colpi centrano Giogiò alle spalle. Napoli si risveglia con la notizia di un giovane perbene ammazzato a colpi di pistola. La reazione è furente. Si scende in piazza già il pomeriggio seguente, poi il bis nel giorno dei funerali del 24enne nella Chiesa del Gesù Nuovo, con migliaia di napoletani in lacrime. Seguono altre manifestazioni, fino ad arrivare a marzo, quando il baby killer viene condannato a 20 anni di carcere.
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