Napoli. Sequestrato e torturato dai clan. La polizia individua i rapitori

NAPOLI – Arriva la risposta dello Stato a poche ore dai sequestri lampo dei clan. La squadra mobile della questura ha identificato gli altri tre sequestratori del puteolano e ha chiuso il cerchio delle indagini. Abitano al rione Case Nuove e sono collegati ai Mazzarella del centro storico. Non affiliati, ma gestiscono un gruppo locale autonomo alle Case Nuove. Proprio qui c’è stato il sequestro di un uomo di Pozzuoli, ‘accusato’ di aver truffato 7mila euro a un algerino con un raggiro sui telefoni cellulari.

L’algerino (già arrestato) abita alle Case Nuove e avrebbe chiesto aiuto alla cosca locale, per riavere i soldi (anziché allo Stato). Da qui l’idea di sequestrare il puteolano. Al momento è stato spiccato un mandato di cattura per i tre complici dell’algerino, ma sono irreperibili. Ricercati dalle forze dell’ordine.

La ‘lente’ della Procura è puntata sul quartiere Mercato. E non solo. Perquisizioni anche nelle roccaforti dei Mazzarella nel centro storico e nel quartiere San Giovanni a Teduccio, perché la ‘paranza’ delle Case Nuove è sotto il protettorato dei Mazzarella. Ma torniamo alla vicenda del sequestro. Il puteolano è stato attirato in un appuntamento-trappola ed è stato rapito: condotto in un’abitazione al rione Case Nuove. Qui imbavagliato e legato.

E’ stato torturato per ore: i sequestratori gli hanno spento addosso le sigarette. Intanto hanno contattato il cugino: “Portaci i settemila euro, che ha truffato all’algerino. Altrimenti lo ammazziamo”. Le indagini della squadra mobile della questura sono state rapide.
I poliziotti in poche ore hanno individuato il covo: hanno sfondato l’ingresso e fatto irruzione nell’appartamento dei sequestratori. Ma non lo hanno trovato subito. Hanno dovuto aprire tutte le porte, fino a trovarlo in un armadio, ancora legato e imbavagliato.
E’ stato accompagnato in ospedale per essere medicato. Qui è stato ascoltato a lungo dagli investigatori. E’ scattato lo stato di massima allerta, perché era stato sequestrato da una banda pronta a tutto.

Il ‘riscatto’ non è stato versato. La polizia è stata più veloce dei rapitori. Nelle ultime settimane le cosche hanno adottato la strategia del terrore con sequestri lampo e torture. Almeno altri due casi scoperti dalla polizia. Uno a Mergellina, dove è stato sequestrato il figlio di un armatore a scopo estorsivo e un altro tra i Decumani e il rione Sanità.

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