ROMA – Napoli come una pagina del Vangelo scritta dal mare e dal sangue, che “solo chi la ama saprà amministrarla”. l’esordio alle celebrazioni del Santo Patrono dell’arcivescovo Domenico Battaglia è fortunato: alle 10 in punto, già nel passaggio dalla cappella del Tesoro all’altare del Duomo, il sangue di San Gennaro era sciolto, un dono “importante” ma che non va scambiato “per un oracolo da consultare”.
Nella sua lunga omelia, l’arcivescovo tocca i temi più delicati della vita cittadina, di una città chiamata ad essere “un porto sicuro per i suoi figli” rifuggendo “da sterili logiche individualistiche”, di cui nessuno ha la ricetta “e e per questo siamo chiamati ognuno a dare il proprio contributo a partire dalla propria storia e dal proprio impegno senza incagliarci nelle acque basse dei conflitti inutili, improduttivi, fini a se stessi”. E’ la città degli operai Whirlpool, “e di tutta la gente che sta soffrendo per la mancanza di lavoro”. E’ la città bagnata dal sangue del piccolo Samuele, “ho davanti i miei occhi la vita spezzata e il dolore della sua famiglia. Ieri – rivela Battaglia – mi sono recato a casa di Samuele per abbracciare i suoi genitori, e mi fermo un attimo e chiedo a tutti voi di fare altrettanto, di pregare per questi genitori e di abbracciarli, perché hanno bisogno di questa preghiera e della nostra vicinanza”.
Nel Duomo 450 posti, 200 i fedeli ammessi sul sagrato. Niente inviti, sempre causa Covid, e tra i candidati alle prossime amministrative era presente solo Antonio Bassolino, presenza assidua da tanti anni a questa parte. Ma il voto del 3 e 4 ottobre è protagonista nelle parole del pastore: “Quale responsabilità abbiamo e quale discernimento siamo chiamati a esercitare in questo tornante della storia, superando logiche clientelari e di scambio, evitando di guardare al proprio piccolo orticello e allargando lo sguardo al giardino dell’intera comunità cittadina”, esorta monsignor Battaglia avvisando che “Napoli è una pagina di Vangelo, una buona notizia e può esserlo non solo per se stessa ma per l’intero Meridione. Chi la sfoglierà custodendola e amministrandola – avvisa – dovrà farlo libero da ogni desiderio di potere e di dominio indossando il grembiule del servizio disinteressato, amorevole, gratuito, partendo dagli ultimi, dai più fragili, dai più marginali, invisibili, per arrivare a tutti senza lasciare indietro nessuno. Napoli è una pagina di Vangelo”. Ma solo chi ama Napoli sarà capace di amministrarla, solo chi sentirà di appartenerle potrà servirla, e fin da ora sento di dover dire a coloro che il popolo napoletano sceglierà per questo compito di servizio e amore una parola: sarò con voi in tutte le iniziative che mettono al centro la persona, combatterò con voi tutte le battaglie autentiche per affermare i giusti diritti, vi starò affianco nella difesa delle istituzioni da ogni tentativo di velleità affaristica e infiltrazione camorristica”, quella camorra che “bagna Napoli del sangue di tante vite spezzate prima di spiccare il volo, di tanti sogni caduti sul suolo dell’indifferenza, del sangue dei poveri e degli innocenti, dei piccoli e degli umili, di coloro che ogni giorno faticano senza sosta per vivere con dignità, per camminare spediti sui sentieri dell’onestà e della giustizia”.
Di Antonella Scutiero