Napoli. Spallata agli eredi dei Lo Russo. Diciannove arresti a Miano

NAPOLI – Ultima spallata agli eredi dei Lo Russo nel quartiere Miano: diciannove arresti. Colpiti i gruppi Scognamiglio-Pecorelli, nati dalle ceneri dell’ex clan dei ‘capitoni’. A vario titolo, indiziati di associazione di tipo mafioso, omicidi, lesioni, esplosioni di colpi d’arma da fuoco in luogo pubblico, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni e detenzione di sostanza stupefacente, commessi per agevolare il clan Lo Russo e con l’aggravante del metodo mafioso.
Gli inquirenti fanno sapere che l’indagine è stata avviata nel febbraio 2021 e si è conclusa nel 2022. Ha visto impegnati gli agenti della squadra mobile, sezione Catturandi, e del commissariato Scampia, con l’ausilio delle squadre mobili di Perugia e dei Commissariati Giugliano e Anzio.
Le forze dell’ordine hanno raccolto prove sull’esistenza, la struttura e l’operatività dei gruppi Scognamiglio e Pecorelli, entrambi affiliati al clan Lo Russo.
Questi gruppi si sarebbero scontrati violentemente per il controllo dei quartieri di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella. Gli inquirenti: ricostruito il perdurante legame tra gli elementi di spicco del gruppo Cifrone, disarticolato da pregresse misure cautelari, e le nuove leve dei gruppi emergenti e contrapposti Scognamiglio e Catone-Pecorelli, quest’ultimo erede diretto dei Cifrone.
Ricostruito anche lo scenario dell’omicidio di Salvatore Milano, avvenuto mediante l’esplosione di 7 colpi d’arma da fuoco, di cui due al volto e i restanti alla nuca.
Ecco i nomi: Antonio Scognamiglio (fermato pochi giorni fa per tentata estorsione), il fratello Giovanni Scognamiglio, il padre Pasquale Scognamiglio, Cesare Duro, Fabio Pecoraro, Mariano Natale, Rosario Pecorelli, Oscar Pecorelli, alias il pastore, Bernardo Torino, Antonio Castelluccio, Luca Isaia, Gennaro Sepe, Salvatore Ronga, Pasquale Romano, Gennaro Catone, Rosario Morisco, Giovanni Mascioli, Drame Ousmane Celentano e Francesco Abenante.

La guerra per prendere il posto dei boss dei ‘capitoni’ in carcere

NAPOLI – Gli inquirenti nell’ordinanza cautelare ricostruiscono due omicidi. Uccisi perché si erano opposti alla nuova geografia criminale di Miano. E’ questa la ricostruzione della Procura: sarebbe il movente dei delitti di Salvatore Milano e Antonio Avolio. I presunti autori materiali e i mandanti per il delitto Milano sono stati individuati in Giovanni Scognamiglio, Fabio Pecoraro, Salvatore Ronga e Bernardo Torino, soprannominato ’o limone. Salvatore Milano viene indicato come un ex dei Lo Russo. La Procura ha acceso i riflettori sulla faida tra gli Scognamiglio e i Pecorelli, entrambi articolazioni del clan Lo Russo i quali, con estrema ferocia, si erano contesi la leadership nei quartieri di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella. La conflittualità tra le due fazioni ha suscitato enorme allarme sociale in virtù dei numerosi omicidi e alle stese. Sempre gli inquirenti raccontano l’escalation: l’omicidio di Salvatore Milano, storico appartenente al clan Lo Russo, avvenuto il 22 aprile 2021; L’omicidio di Avolio Antonio, avvenuto il 24 giugno 2021 (anche lui indicato vicino ai Lo Russo). Il ferimento di Di Caprio Salvatore, avvenuto il 10 giugno 2021. Non solo. La Procura ricostruisce anche l’aggressione commessa il 29 marzo 2021 a un dipendente della ditta di pulizie all’ospedale Monaldi, “a seguito di un’irruzione militare nel nosocomio, effettuata mediante un dipendente compiacente e per motivi legati alla compravendita dei posti di lavoro a favore di soggetti vicini al clan”, spiegano gli inquirenti nell’ordinanza cautelare. A quella spedizione punitiva avrebbero partecipato Gennaro Catone, Gennaro Sepe, Mariano Natale e Oscar Pecorelli. Non è tutto. Nell’ordinanza gli investigatori hanno ricostruito l’estorsione al titolare di un bar del quartiere Miano avvenuta nell’agosto 2021; il sequestro dell’arsenale di armi comuni e da guerra del clan; le esplosioni di colpi d’arma da fuoco in luogo pubblico, porto e detenzione di armi comuni e da guerra in relazione alle stese. Questi ultimi episodi, in particolare, sono stati riscontrati anche grazie all’attività di comparazione balistica effettuata dal Gabinetto di Polizia Scientifica che ha confermato la corrispondenza tra le armi sequestrate al clan e i bossoli rinvenuti in occasione di alcune delle suddette stese. Contestualmente ieri mattina il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e il Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria, in collaborazione con lo S.C.I.C.O. e con la Compagnia Capodichino della Guardia di Finanza, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 20 indagati per estorsione, usura, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed emissione e utilizzo di false fatture.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome