NAPOLI – A Ponticelli si spara ancora. Una ‘stesa’ nel fortino di un’organizzazione criminale non può che significare che i tempi per una nuova faida di camorra sono maturi. L’altra sera un commando armato ha portato a termine un’incursione armata in via Al Chiaro di Luna, nuovo centro nevralgico delle tensioni malavitose della periferia orientale. Napoli est torna a essere una polveriera. I traffici illeciti non si sono mai fermati, nemmeno con i maxi blitz. La camorra, da queste parti, mostra un’incredibile capacità di rigenerarsi. Una fetta di Napoli praticamente dimenticata dalle istituzioni, nella quale il dominio dell’antistato è fin troppo evidente. Torniamo alla ‘stesa’ dell’altra sera. Gli abitanti dicono di aver sentito una raffica di proiettili. Le pallottole sarebbero state esplose all’altezza di un palazzo nel quale vivrebbero i parenti dei boss dei D’Amico. Familiari dei capi della cosca oggi in cella, con le sorti del sodalizio affidate ai giovanissimi. Sono i ‘nuovi D’Amico’, figli e nipoti d’arte, ragazzi che si sono imparentati con coetanee che sono a loro volta figlie e nipoti dei padrini del quartiere popolare. Baby boss che oggi si sono dichiarati autonomi dopo un periodo, molto breve, di alleanza con i De Micco, il clan più potente di Ponticelli in questo preciso momento storico. I Bodo hanno rotto con gli storici alleati dei De Martino e sono autonomi, indipendenti. Si sono messi in proprio. Non hanno bisogno di sponde. Il nemico principale, il sodalizio dei De Luca Bossa, è da tempo al tappeto, merito anche delle retate delle forze dell’ordine e delle inchieste della Direzione distrettuale antimafia. I residenti di via Al Chiaro di Luna sono terrorizzati. E non potrebbe essere altrimenti. A fine agosto hanno dovuto fare i conti con l’esplosione di una bomba. L’ordigno danneggiò una palazzina di sette piani e mandò in fibrillazione il rione. In mezzo, a fine settembre, una sventagliata di proiettili, forse un agguato fallito. Secondo le ultime informative delle forze dell’ordine, qui oggi abitano i nipoti dei boss dei D’Amico. Le cosiddette nuove leve: ventenni e trentenni, che avanzano facendo rumore. Potrebbero aver pestato i piedi al cartello dominante dei De Micco. Più di un sospetto. La nuova generazione dei D’Amico non s’allinea al comando dei Bodo. E alcuni ribelli hanno già avuto pesanti ammonimenti. E’ successo in passato, si ripete adesso e chissà quanto manca alla prossima volta. Gli inquirenti sanno che lo scenario è attuale e hanno acceso i riflettori sulle palazzine popolari: s’aspettano di tutto. I De Micco-De Martino hanno vinto la faida contro i De Luca Bossa, nonostante l’arresto di Marco De Micco, nell’aprile del 2022. Poi le due famiglie alleate si sono separate, con i De Micco che non vogliono più rivali. Lo hanno detto a chiare lettere. Chi resta a Ponticelli si deve attenere alle ‘regole’ dei vincitori: non sono graditi autonomi e dissidenti. In via Al Chiaro di Luna ci sono i discendenti della vecchia guardia dei D’Amico. Un clan un tempo forte, che dettava legge non solo nel rione. Ma il vento è cambiato. E bisogna tenerlo a mente. I rampolli non sempre lo fanno e rivendicano autonomia, nel nome della cosca che per anni ha dettato tempi e modalità degli affari criminali nel rione. Proprio qui fino a qualche anno fa c’era il gruppo guidato da Antonio D’Amico, alias Fraulella. Oggi la mappa è frammentata e i rapporti troppo tesi. Nonostante la calma apparente, le nuove leve destabilizzano gli equilibri. E basta davvero poco per scatenare un’escalation. La sensazione è quella di ritrovarsi soltanto all’inizio di una nuova ondata di violenza.
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