Napoli. Vendetta armata in stile mafioso. Gli spari dopo una lite: sei arresti

Gli investigatori: hanno pianificato il raid in Largo Banchi Nuovi con modalità camorristiche. Tre hanno progettato l’assalto, due lo hanno eseguito e uno li ha aiutati a fuggire e nascondersi

NAPOLI – Una vendetta in stile mafioso. Così l’hanno ricostruita i magistrati. Un tentato triplice omicidio nel centro storico. Ieri la polizia ha eseguito un decreto di fermo del pubblico ministero per sei persone: Giuseppe Cavaliere, 21 anni, Emanuele Caiazzo, 23 anni, Salvatore Delle Rosse, 22 anni, Luigi Ammendola, 20 anni, Cristian Uccello, 22 anni e Mimini Besnik, 21 anni, cittadino albanese. Accusati a vario titolo di tentato triplice omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco, reati aggravati dalle modalità mafiose. Indagine lampo degli specialisti della sezione Omicidi della squadra mobile, dopo un agguato la sera del 27 giugno in Largo Banchi Nuovi, nel quale sono rimasti feriti tre ragazzi, uno dei quali in maniera grave. Secondo gli accertamenti della questura, dopo un litigio tra due gruppi, quello delle vittime e quello dei destinatari del provvedimento, gli indagati avrebbero organizzato la spedizione punitiva. Tre hanno progettato l’agguato, eseguito da altri due, mentre un sesto indagato si sarebbe occupato di agevolare la fuga di chi ha sparato, portando due giovani via dal luogo dell’agguato e ospitandoli per qualche giorno nella sua abitazione in provincia di Caserta. Alcune vittime e alcuni degli indagati hanno legami diretti, o indiretti con detenuti ai vertici di organizzazioni criminali operanti nella zona dei Quartieri Spagnoli. Secondo le forze dell’ordine, a organizzare la spedizione sarebbero stati Cavaliere e Caiazzo, quest’ultimo frequenta Bagnoli (dove abita) e il rione Traiano. Esecutori del raid Ammendola e Uccello. Mentre il 21enne albanese avrebbe offerto solo un appoggio logistico dopo l’assalto di piombo: in pratica sarebbe partito da Sparanise e si sarebbe fatto trovare con l’auto in via Sedile di Porto, per recuperare Ammendola e Uccello. Li avrebbe accompagnati a Sparanise, dove sono rimasti un paio di giorni. Probabilmente per rallentare le indagini. Uno dei feriti nel raid il 27 giugno è Nunzio Saltalamacchia, cugino di Eduardo Saltalamacchia, quest’ultimo ritenuto ai vertici dell’omonimo gruppo di stanza ai Quartieri Spagnoli. Salvatore Delle Rosse è il cugino di Vincenzo Masiello, detto cucù (estraneo a questa indagine), sempre dei Quartieri Spagnoli. Per gli inquirenti, il contesto della spedizione punitiva è uno scontro tra due gruppi di ragazzi: uno fa riferimento a Cavaliere e Caiazzo e l’altro a Nunzio Saltalamacchia. Perché è contestata l’aggravante mafiosa? Per le modalità nell’esecuzione del raid – spiegano gli investigatori – non per aver agevolato un clan. Troppo giovani per essere inquadrati in organizzazioni criminali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome