MILANO (LaPresse) – La difensora dei diritti umani iraniana Nasrin Sotoudeh è stata nuovamente arrestata, il 13 maggio a Teheran, in una misura che Amnesty International definisce oltraggioso. Secondo suo marito, Reza Khandan, a Nasrin Sotoudeh è stato detto che dovrà scontare una condanna a cinque anni di carcere. Di cui entrambi sono completamente ignari. “Nasrin Sotoudeh ha dedicato la sua vita a lottare per i diritti umani in Iran. Ha vinto premi internazionali ma in passato ha dovuto pagare con tre anni di carcere il suo coraggio. Il suo arresto è l’ultimo esempio dell’atteggiamento vendicativo”. Atteggiamento “con cui le autorità del suo paese intendono impedirle di portare avanti il suo lavoro in favore dei diritti umani”, ha dichiarato Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medioriente e l’Africa del Nord di Amnesty International.
La donna aveva preso posizione contro un diritto negato
“Chiediamo al governo iraniano che Nasrin Sotoudeh sia rilasciata immediatamente e senza alcuna condizione. Altrimenti sarà necessaria la piena condanna da parte della comunità internazionale”, ha proseguito Luther. Nelle ultime settimane, Nasrin Sotoudeh aveva preso posizione contro l’applicazione di una nota aggiuntiva all’articolo 48 del codice penale. In base alla quale si nega il diritto di nominare un avvocato di fiducia alle persone imputate di determinati reati. Tra i quali quelli contro la sicurezza nazionale. Costoro possono scegliere unicamente in una lista di avvocati approvata dal Capo del potere giudiziario. Per la provincia di Teheran, ad esempio, gli avvocati approvati sono solo 20.