MACERATA – Un Natale che poteva trasformarsi in tragedia, sventata dalla prontezza di riflessi di due militari. Un nemico silenzioso e invisibile, il monossido di carbonio, si è insinuato ieri sera tra le mura del comando provinciale dei carabinieri di Macerata, costringendo a un intervento d’urgenza dei vigili del fuoco e al trasporto in ospedale di un militare in servizio. Un’atmosfera surreale, quella vissuta nella serata del 25 dicembre, quando la quiete festiva è stata bruscamente interrotta da un allarme che ha messo in subbuglio la caserma.
Tutto ha inizio attorno alle ore 20. Mentre la città era immersa nelle celebrazioni familiari, all’interno della centrale operativa, cuore pulsante del comando, un carabiniere e un suo collega stavano svolgendo il loro turno di servizio. La loro attenzione è stata improvvisamente catturata da un dettaglio anomalo e inquietante: una leggera ma persistente nube di fumo che sembrava provenire dal controsoffitto e da una vecchia canna fumaria presente nei locali. Il fumo, denso e dall’odore acre, stava lentamente ma inesorabilmente invadendo gli ambienti di lavoro.
Senza perdere un istante, i due militari hanno compreso la potenziale gravità della situazione e hanno immediatamente dato l’allarme, contattando il 115. Sul posto è piombata in pochi minuti una squadra dei vigili del fuoco del comando di Macerata. I pompieri, equipaggiati con autorespiratori e strumentazione specifica, si sono introdotti nei locali per effettuare i rilievi tecnici. I loro strumenti hanno subito dato responso positivo, confermando i timori: la concentrazione di monossido di carbonio nell’aria aveva superato i livelli di guardia.
La causa, secondo una prima e sommaria ricostruzione, sarebbe da attribuire a un guasto improvviso all’impianto di riscaldamento dello stabile. Un malfunzionamento che avrebbe provocato una combustione anomala e il conseguente rilascio del gas letale attraverso condotti e intercapedini.
Nel frattempo, uno dei carabinieri, proprio l’uomo in servizio alla centrale operativa che per primo si era accorto del pericolo, ha iniziato ad accusare i sintomi tipici dell’intossicazione: mal di testa, nausea e un senso di stordimento. Immediatamente soccorso dai sanitari del 118, giunti anch’essi sul posto, è stato trasportato in via precauzionale al pronto soccorso dell’ospedale di Macerata. Sottoposto a tutti gli accertamenti del caso, gli è stata diagnosticata una lieve intossicazione. Fortunatamente, le sue condizioni non sono mai state giudicate gravi e, dopo un paio d’ore di osservazione e terapia, il militare è stato dimesso ed è potuto tornare a casa.
I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per mettere in sicurezza i locali, arieggiandoli completamente e isolando la fonte del problema. La situazione è ora tornata sotto controllo. Per la giornata di oggi, Santo Stefano, sono già stati pianificati ulteriori e più approfonditi sopralluoghi tecnici per fare piena luce sulla dinamica dell’incidente e, soprattutto, per verificare lo stato dell’intero impianto, al fine di scongiurare ogni possibile rischio futuro. Una tragedia sfiorata, che ha trasformato una notte di festa in ore di apprensione, risolta solo grazie alla professionalità e alla sinergia tra le forze dell’ordine e i soccorritori.






















