MILANO (LaPresse) – “Credo che bisogna avere un po’ di equilibrio in questi casi: quando ci si ritrova da una parte diventa facile fare certe considerazioni in virtù del fatto che dall’altra parte c’è qualcosa che non ti torna o non ti fa comodo. È un po’ il gioco delle parti. Bisogna sapersi calare in entrambe le situazioni”. Roberto Donadoni, ex commissario tecnico della Nazionale, ha così commentato le dichiarazioni dell’attuale ct Roberto Mancini, secondo il quale in Serie A non giocano abbastanza italiani.
Donadoni commenta le dichiarazioni di Mancini
“Se si vuole far pensare di far crescere un movimento non bisogna pensare esclusivamente ai propri interessi“, ha spiegato ai microfoni di Radio24. “Quello che penso però – ha aggiunto l’ex mister del Bologna – è che si faccia poco perché le cose cambino, migliorino e crescano. Se sono un allenatore di club devo pensare a far vincere la mia squadra e quindi faccio giocare quelli che ritengo mi diano più garanzie. E che siano italiani o stranieri poco importa. Facendo questo è chiaro che la coperta è sempre corta e far crescere un movimento e dei giocatori diventa un po’ complicato. Se si dà spazio ai giovani e poi questi sbagliano e si perdono le partite, arrivano le critiche. E quindi uno si protegge in qualche modo”.
L’aspetto mentale e psicologico fa la differenza
“Deve essere tutto il movimento insieme – ha sottolineato Donadoni – a recepire alcuni concetti e far sì che questi si possano sviluppare con un po’ di pazienza e un po’ di tempo. Indubbiamente questa è una differenza che a livello di Nazionale poi si nota. Squadre di grande tradizione, quando arrivano a giocare partite importanti, fanno pesare questa capacità di saper gestire quegli appuntamenti grazie al fatto che hanno giovani abituati a gestire quelle grandi competizioni. L’aspetto mentale e psicologico – ha aggiunto – è quello che fa la grande differenza, perché poi dal punto di vista qualitativo, dal punto di vista tecnico, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno”.