LOS ANGELES (Giuseppe Palmieri) – Nove triple in una singola gara delle Finals Nba, come mai nessuno nella storia del basket americano, 33 punti in una notte, 7 assist, 8 rimbalzi. Sono i numeri di Steph Curry di una gara-2 che alla Oracle Arena difficilmente dimenticheranno. I Golden State Warriors hanno asfaltato i Cleveland Cavaliers e si portano 2-0 nella serie che assegna l’anello. Ora la sfida si trasferisce in Ohio. LeBron James e compagni sono già spalle al muro.
Attacco chirurgico e intensità difensiva
Dopo il pericolo scampato in gara-1, coach Steve Kerr propone McGee (12 punti con 8/8 dal campo) in quintetto e un gioco ancora più vario e intenso del solito. Continua circolazione di palla e tagli devastanti che bucano sin dai primi minuti di gara la difesa di ospite. Cleveland non si porta mai in vantaggio e questo la dice lunga sul dominio degli uomini della Baia. In quintetto, per i padroni di casa, c’è anche Klay Thompson nonostante il dolore alla caviglia. La mano e calda e le triple fioccano. Ma soprattutto i Warriors difendono con maggiore intensità, soprattutto su LeBron James, che chiuderà comunque con 29 punti e 12 assist a dispetto del problema all’occhio, riuscendo a limitare i danni sotto canestro.
Resistenza Cavs, finalmente Kevin Love
I Cavs, in ogni caso, lottano e si aggrappano alla partita. Il 32-28 della prima sirena dimostra la capacità di Cleveland di recuperare gli strappi della squadra di Kerr. Nel secondo quarto, però, la panchina degli ospiti fa cilecca, Livingston no e Golden State riesce ad allungare sul 59-46, grazie anche a un Kevin Durant chirurgico quando, spesso, viene chiamato in causa (26 punti con 10 su 14 dal campo). Dopo l’intervallo lungo, James trova finalmente anche Kevin Love (22 punti) a supportarlo e Cleveland in attacco riesce a segnare con continuità, evitando la fuga del team di casa e ricucendo parte dello svantaggio. All’ultimo intervallo il punteggio è 90-80. La gara è ancora viva e si infiamma quando dalla panchina Perkins va a provocare Curry.
Lo show di Curry, delirio alla Oracle Arena
Un errore fatale. Il numero 30 nella frazione conclusiva dà vita a uno show impressionante. Segna cinque triple in un quarto, una delle quali allo scadere del cronometro dei 24, dopo aver perso per un attimo il contatto col pallone e da distanza siderale con un avversario a marcarlo a braccia alte. Curry gioca 12 minuti da delirio cestistico e i Cavs non possono far altro, stavolta, che inchinarsi. Con una difesa più attenta, con concentrazione nel contropiede e nella gestione delle soluzioni offensive, i Warriors sono superiori a tutti. E si vede. Il 122-103 di fine gara-2 racconta la differenza che c’è tra le due squadre quando LeBron James va leggermente sotto il livello onnipotenza. Cleveland, alla Quicken Loans Arena, spera di avere un contributo maggiore dal supporting cast per aiutare il Re a riportare in equilibrio la serie. Giovedì notte i campioni della Eastern Conference non potranno sbagliare o l’anello resterà un miraggio.