NAPOLI – Un maxi blitz al volgere del 2022 da 59 arresti, un’operazione con sei persone finite dietro le sbarre appena 24 ore fa. Le forze dell’ordine stanno rispondendo a tono all’arroganza della criminalità organizzata nei quartieri-bunker. E seppur freddi, sono i numeri a fotografare l’attenzione costante della Dda su Ponticelli e sulle dinamiche malavitose prodotte tra le palazzine popolari. Sullo sfondo resta, comunque, un senso di incompiutezza, la sensazione di un obiettivo che stenta ad arrivare. E il sospetto che, forse, non arriverà mai. Liberare Ponticelli dalla camorra sembra ancora un’opera impossibile. Ma mai perdere la speranza. Segnali positivi, comunque, arrivano a cadenza regolare. “Il blitz di ieri mattina incoraggia e rincuora”. Così Luigi Cuomo, volto locale e nazionale dell’antiracket, inizia il suo lungo intervento sull’ultima retata dei carabinieri, che al termine di indagini condotte dalla Procura distrettuale hanno tratto in arresto sei elementi considerati esponenti, a vario titolo, del potente clan dei De Luca Bossa, espressione a Napoli est del cartello dell’Alleanza di Secondigliano, cartello malavitoso egemone praticamente in mezza città.
“E chissà che l’esplosivo usato a luglio in via Woolf non sia lo stesso del raid intimidatorio ad Anna Ferrara”, aggiunge Cuomo riferendosi all’ordigno piazzato, la sera del 31 dicembre, sotto l’auto della dirigente nazionale dell’associazione antiracket Sos Impresa Rete per la legalità Aps, di cui lui stesso è presidente. “La mia sensazione è che le indagini sull’attentato ad Anna siano in una fase piuttosto avanzata. Purtroppo anche lei è finita in questo nuovo meccanismo delle cosche, in questo nuovo modus comunicandi. I clan le hanno voluto far capire che con lei parlano così come parlano tra loro. Ma è molto probabile che nel giro di poco emergeranno autori e mandanti”.
Tornando alla cronaca delle ultime ore, secondo Cuomo il blitz è l’ennesima conferma di quanto lo “Stato riesca sistematicamente a dimostrarsi più forte della camorra. La stessa cattura di Matteo Messina Denaro, tra tutte le polemiche, conferma che la criminalità organizzata prima o poi passa, ma lo Stato no. E quindi per l’operazione di Ponticelli va il mio plauso ai carabinieri che in tempi brevi sono riusciti a svelare l’ennesima attività criminale in essere nel quartiere. Dove, però, è necessario che tutti facciano la propria parte”. L’invito di Cuomo va ai cittadini e rappresenta un appello accorato a schierarsi contro le logiche criminali allo scopo di “isolare fisicamente e culturalmente i clan”. Per farlo, comunque, serve fare squadra. “Nelle periferie gestite dalla camorra occorrono i ‘muscoli’ della politica. C’è bisogno di investimenti, di un piano Marshall adattato alle nostre realtà sociali. In caso contrario rischiamo di diventare spettatori al balcone o topi che si nascondono in strada”.
E, a proposito di girarsi dall’altra parte, Cuomo prende in prestito Manzoni: “Mi spiace dirlo, ma a Ponticelli ci sono troppi don Abbondio. Mi riferisco agli uomini di chiesa, ai parroci che a mio parere dovrebbero fare di più soprattutto per i giovani che inseguono falsi miti e cattivi esempi. In questo senso, sento l’assenza della voce della chiesa”. Non solo: “L’assenza delle istituzioni politiche getta le basi all’avanzata indiscriminata dei clan, che in queste situazioni riescono a tappare i buchi con la propria presenza e sostituirsi, di fatto, allo Stato, quello vero, anche agli occhi degli abitanti. A Ponticelli, come in altre realtà della città, si fa ancora troppo poco per garantire il diritto alla casa, al lavoro, alla sanità. E gli spazi vuoti sono assist alla camorra”. Un lusso che Ponticelli non può (più) permettersi.