Nell’inchiesta sul clan Picca spunta un sacerdote. L’incontro con il boss per l’affare ‘impianto di cremazione’

Il mafioso avrebbe tentato di coinvolgere il prete (non indagato) in merito a un terreno della Curia dove sarebbe potuta sorgere la struttura

CASERTA – Sono diciannove gli anni che Aldo Picca, boss di Teverola, aveva trascorso ininterrottamente in cella, al 41 bis, prima di tornare a essere un uomo libero. Ma il tempo passato dietro le sbarre, stando a quanto accertato dai carabinieri, non gli è servito a comprendere che la strada della criminalità non paga. Per quale ragione? Perché, messosi alle spalle la prigione nel 2021, Picca avrebbe subito preso in mano le redini del gruppo mafioso attivo tra Teverola e Carinaro, organizzando estorsioni e incassando parte dei proventi illeciti dallo spaccio di narcotici gestito da alcuni pusher dell’Agro aversano, condotte che ieri hanno fatto scattare per il boss una nuova ordinanza di custodia cautelare (misura che arriva a un anno di distanza da quella applicatagli per un’estorsione consumata ai danni di un farmacista).
L’indagine dei militari dell’Arma tesa a smantellare il gruppo riorganizzato da Picca sarebbe riuscita, dice la Procura, anche a tracciare le attività in cui il boss di Teverola investiva o in cui avrebbe voluto investire i suoi guadagni illeciti. Avrebbe girato denaro in contanti, dice la Dda di Napoli, a Raffaele e Giuseppe Picca per dare il via alla compravendita di un appartamento e un box auto in via Dietro Corte. Il mafioso, secondo l’accusa, insieme a Raffaele Picca, si sarebbe pure accollato il pagamento delle rate del mutuo da 75mila euro, intestato ad Alessio Arbolino e alla figlia Cira, per completare l’acquisto degli immobili.

Casa e box a parte, Aldo Picca, secondo i militari, avrebbe anche affidato a Laura e Cira Picca parte dei quattrini che aveva ottenuto da un’ipotizzata estorsione consumata ai danni del titolare di una farmacia.

Per sfruttare l’ingente quantitativo di denaro sporco che avrebbe avuto, il boss Picca sarebbe stato intenzionato ad andare oltre il ‘mattone’. Voleva investire, dice l’Antimafia, anche nella creazione di un impianto di cremazione e, per concretizzare il progetto, aveva esortato Raffaele Di Tella (che gli aveva dato l’input) ad acquistare delle aree: e tra quelle che erano ritenute idonee al piano ce n’erano alcune che tale ‘Emilio’ aveva in affitto dalla Curia. Ed è a questo punto che, secondo i carabinieri, entrerebbe in gioco don Angelo Simonelli (non indagato). I militari registrano una sua chiamata proprio a Picca nel corso della quale il primo chiede al boss un incontro. Dopo questo contatto, gli investigatori, grazie a un’intercettazione ambientale, registrano Picca dire a tale Massimo Scudiero che don Angelo è “un personaggio molto potente” e che il motivo dell’incontro organizzato era da riferirsi proprio alla questione di un terreno di proprietà della Curia. Era il 12 aprile 2022 e il sistema di videosorveglianza esterna all’abitazione immortala il sacerdote arrivare a casa del boss a bordo di una Fiat. I carabinieri però non hanno traccia della discussione tra il mafioso e il prete, probabilmente perché avvenuta, afferma la Procura, in una porzione dell’appartamento non raggiunta dal sistema di intercettazione installato. A svelare però, in sintesi, cosa si sarebbero detti, è un’altra conversazione, stavolta registrata, tra il mafioso, Anna Della Volpe e Angelo Picca. Il leader della cosca dice ai suoi familiari di aver ricevuto il giorno prima la visita di don Angelo Simonelli e di avergli espresso il suo interesse per un terreno a Teverola di proprietà della Curia, area dove ci sono dei capannoni vecchi. La chiesa però aveva dato in fitto questa zona a un imprenditore dal 1979 il quale, secondo Picca, li aveva subaffittati ad altri cittadini che avevano allestito una sorta di deposito auto e un campo di calcetto. Come detto, il sacerdote non è coinvolto nell’indagine e non abbiamo modo di dubitare che non abbia dato seguito alle eventuali richieste, qualora fossero state illegali, avanzategli dal boss.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome