Roma, 20 mar. (LaPresse) – Interi padiglioni della Camera chiusi e presidiati dai commessi, neo deputati con le bocche serrate di fronte a qualunque operatore dell’informazione si presentasse loro, anche solo per fare conoscenza in vista dell’inizio della legislatura, e corridoi ‘ripuliti’ dalla presenza dei giornalisti durante le operazioni di registrazione. Il primo giorno di lavoro per i nuovi parlamentari grillini si è aperto e chiuso con il rispetto totale della consegna del silenzio, imposta dal responsabile della comunicazione M5S, Rocco Casalino, che già nell’incontro preliminare organizzato lo scorso fine settimana al Parco dei Principi di Roma aveva definito i giornalisti “cattivi”, invitando i parlamentari a “non fare il loro gioco sporco”. Il monito è stato subito recepito dalle new entry, sospettosi anche solo a pronunciare i loro nomi di battesimo. Dei numeri di telefono, ovviamente, neanche a parlarne. Solo in pochi si sono dimostrati ‘aperti’ al dialogo, ma al massimo per spiegare il luogo di nascita e il territorio in cui sono stati eletti.
Riavvolgendo il nastro, la giornata per la nuova generazione di grillini si è aperta alle 12.15 con la riunione assieme al capo politico, Luigi Di Maio, e i due capigruppo in pectore, Giulia Grillo e Danilo Toninelli. L’appuntamento era all’aula dei gruppi della Camera, solitamente aperta alla presenza dei giornalisti, mentre i commessi hanno bloccato il passaggio due piani più sopra della sala “per ordine del gruppo M5S”, si è lasciato scappare a mezza bocca uno degli assistenti parlamentari messi a ‘guardia’ della riservatezza della riunione.
Una volta terminato l’incontro, si è capito subito che tirava una brutta aria per i cronisti, perché i ‘veterani’ sono sfilati via velocemente dai corridoi di Montecitorio, ‘scortando’ le nuove leve per limitare al massimo i contatti con i giornalisti. Solo qualcuno di loro si è fermato a salutare quelli con cui hanno avuto rapporti per 5 anni nella scorsa legislatura. Ma ad Andrea Colletti è andata ‘peggio’ degli altri, perché proprio in quel momento è passato Di Maio, che lo ha ripreso bonariamente con una battuta: “La finisci di fare l’informatore?”. Il deputato, dopo aver incassato il colpo del capo politico ha salutato, riprendendo la strada verso la sala del Mappamondo, per espletare le operazioni di registrazione.
In fila al secondo piano di Montecitorio, poi, la scena si è ripetuta ancora. Per oltre un’ora i giornalisti sono andati a caccia di una dichiarazione dei neo parlamentari sul primo approccio con il ‘Palazzo’, ma le bocche sono rimaste cucite, nonostante i molti tentativi. Che sono terminati quando è arrivato un ordine dall’alto e i cronisti sono stati allontanati dai corridoi del Mappamondo. In fondo “non serve a nulla parlare con loro”, Casalino