Nervi tesi tra Usa e Gran Bretagna. La prima ‘vittima’ ieri sera è stato Kim Darroch, l’ambasciatore di ‘Sua Maestà’ a Washington. Alcune sue note ‘critiche’ su Trump inviate a Londra sono saltate fuori e così il diplomatico ha preferito (scelta quasi obbligata) a fare passo.
La premier Theresa May, però, ha difeso il suo operato: “Sir Kim ha servito il Regno Unito per tutta la vita e abbiamo un enorme debito di riconoscenza nei suoi confronti”. E Jeremy Corbyn, leader dei laburisti, ha definito le dimissioni di Darroch “ingiuste”.
Duro con il presidente Usa Jeremy Hunt, sfidante di Bors Johnson per prendere la guida dei Tory: “Trump –ha scritto l’attuale ministro degli Esteri -, gli amici parlano francamente e così farò io: questi commenti sono irrispettosi e sbagliati nei confronti del nostro premier e del mio Paese. I tuoi diplomatici danno le loro opinioni private al segretario di Stato Mike Pompeo e così fanno i nostri!”
Dichiarazioni a parte c’è di fatto che una relazione forte, duratura, costruita negli anni, come quella tra Usa e Gran Bretagna, dopo decenni è entrata in crisi: il tutto ad un mese dalla visita di The Donald a Londra. Prima del caso ‘Darroch’, l’inquilino della Casa Bianca si era mostrato insofferente anche con la May per il fallimento del deal con l’Ue per la Brexit.