Nicchi: “Dobbiamo fare un salto culturale su Var, razzismo e violenza”

"Ci sono tre cose di cui dobbiamo smettere di parlare. Una è la Var, ormai un argomento da bar"

Foto LaPresse - Jennifer Lorenzini 27/09/2017 Firenze (Italia) Centro Tecnico Federale di Coverciano Incontro arbitri e Lega Serie B Nella foto: Marcello Nicchi Photo LaPresse - Jennifer Lorenzini 27 September 2017 Firenze (Italy) Sport Soccer Italy Meeting between italian referee and League B ConTe.it - "Coverciano" In the pic: Marcello Nicchi

ROMA – Nicchi: “Dobbiamo fare un salto culturale su Var, razzismo e violenza”. “Ci sono tre cose di cui dobbiamo smettere di parlare. Una è la Var, ormai un argomento da bar. Poi il problema vergognoso del razzismo, che bisogna debellare in tutti i modi, l’altro è la violenza, dove abbiamo fatto passi da gigante per cercare di prevenire e reprimere. Queste tre cose girano insieme e credo che sia arrivato il momento in cui ognuno deve fare il proprio compito, serve fare un salto culturale”. Così il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, intervenendo a ‘Radio anch’io Sport’ su Radiouno. “Alcune cose si possono fare subito, per altre servirà tempo. Bisogna cooperare”, ha aggiunto.

Nicchi: “Proposta Capello su buu razzisti? Non si può, ci sono regole”

“La proposta di Fabio Capello di far sedere in campo la squadra in caso di ‘buu’ razzisti? Non si può fare, anche in questa fattispecie ci sono dei regolamenti che sono stati spiegati bene. Se i regolamenti non vanno bene, prima si cambiano e poi si applicano quelli nuovi”. Così Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, intervenendo ai microfoni di Radio anch’io Sport su Radiouno.

“L’unico che può sospendere una gara è l’addetto alla forza pubblica presente sugli spalti di Serie A”, ha spiegato. “L’arbitro ha un manuale da seguire. E’ chiaro che se un allenatore assume l’iniziativa di prendere una squadra e andarsene la partita è finita, perché non può interromperla un calciatore o un allenatore, e nemmeno l’arbitro”. “Uscire dal campo? Non è previsto”, ha aggiunto Nicchi. “In Italia si fanno le cose correttamente. Il razzismo è una vergogna da debellare in ogni modo, però bisogna fare le regole se queste non bastano”.

(LaPresse)

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