MILANO – I giapponesi di Nissan sono pronti a tendere la mano agli alleati francesi di Renault. Dopo il caso che ha portato all’arresto del numero uno dell’alleanza Carlos Ghosn.
Ghosn si difende dalle accuse
Il manager brasiliano di origine libanese, infatti, in carcere a Tokyo da novembre per presunti illeciti finanziari, si è detto vittima di un “complotto” alle sue spalle ordito dai giapponesi, che non avrebbero voluto una maggiore integrazione con Renault. Di cui Ghosn era il ceo e presidente.
Nissan, Sanard potrebbe essere il sostituto
Invece, stando ai media giapponesi, il consiglio di amministrazione di Nissan sarebbe pronto a suggerire nuovo presidente di Renault, Jean-Dominique Sanard, come sostituto nel board di Ghosn. E, quindi, come nuovo presidente. Insomma, di nuovo un vertice sbilanciato dal lato della Francia.
La riunione per dare l’incarico a Sanard si terrebbe domani a Tokyo. Tuttavia, perché la nomina diventi effettiva, servirà l’approvazione di un’assemblea straordinaria degli azionisti. L’arresto di Ghosn ha messo in difficoltà l’alleanza che, oltre a Renault e Nissan, include un’altra casa giapponese, Mitsubishi Motors.
L’interscambio tra i gruppi Renault-Nissan
I due gruppi nipponici hanno scaricato Ghosn quasi immediatamente. Renault, invece, ha aspettato molto più a lungo. Ma alla fine il manager si è dimesso da presidente e amministratore delegato dopo che lo stesso Stato francese, azionista della casa del Diamante, lo aveva scaricato.
Ghosn e Kelly sono stati accusati di aver falsificato il bilancio
Ghosn e il suo braccio destro Greg Kelly sono accusati di aver truccato i reali compensi del capo azienda e di aver falsificato il bilancio. Oltre che di aver nascosto diversi benefit eccessivi. Secondo Ghosn, l’arresto è stato il risultato di “opposizione e ansietà per il progetto di unire le aziende”, un vero e proprio “colpo di Stato” progettato per impedire una fusione a tutti gli effetti tra Nissan e Renault.
“Lo scenario era quello di creare una holding che avrebbe controllato le tre entità operative e che avrebbe detenuto tutte le azioni, pur mantenendo l’autonomia di ciascun gruppo”, ha rivelato all’Afp Ghosn, la cui richiesta di uscire su cauzione è stata respinta dal tribunale di Tokyo.
(AWE/LaPresse/di Lorenzo Allegrini)