NOME E FOTO. Operaio ammazzato a 18 anni. Regolamento di conti tra bande di baby criminali a Boscoreale

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Pasquale Nappo

BOSCOREALE – La notte ha inghiottito l’innocenza in piazza Pace, nel cuore del centro storico di Boscoreale, lasciando dietro di sé il solo, amaro sapore di una vita spezzata e il forte sospetto di un regolamento di conti giovanile. A cadere sotto il piombo dei sicari è stato Pasquale Nappo, appena 18 anni, operaio, i cui sogni sono stati recisi da un unico, micidiale proiettile. L’agguato si è consumato nelle ore piccole, trasformando un ritrovo tra amici in un’imboscata brutale e fulminea che riporta l’attenzione sulla persistente ombra delle dinamiche criminali nel Vesuviano. Erano le ore in cui la piazza tace e il riposo dovrebbe proteggere, quando la tranquillità è stata squarciata dal rumore di uno scooter in corsa e da tre spari che hanno rotto il silenzio. Pasquale Nappo si trovava in compagnia di alcuni coetanei
quando la morte è arrivata rapida e implacabile: due sicari, volti coperti e determinazione glaciale, hanno fatto irruzione.

La dinamica ricostruita dagli inquirenti è quella tipica di un’esecuzione fredda e professionale. Con il mezzo ancora in movimento, il passeggero ha fatto fuoco ad alzo zero, dimostrando una precisione agghiacciante. Un solo proiettile ha centrato Pasquale Nappo all’ascella, punto vitale che non ha lasciato spazio a speranze. Nonostante la disperata e immediata corsa verso il vicino pronto soccorso dell’ospedale di Castellammare di Stabia, il cuore del diciottenne ha smesso di battere poco dopo, intorno alle 2:30. L’uso di un commando su due ruote e la rapidità chirurgica dell’azione indicano una premeditazione e un’organizzazione che sfidano la giovanissima età della vittima. Gli investigatori sono convinti che, sebbene siano stati esplosi tre colpi complessivi, l’obiettivo fosse uno solo e l’azione finalizzata all’omicidio. Le indagini sono affidate ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, i quali stanno lavorando freneticamente per dare un nome e un volto agli assassini e, soprattutto, per definire il movente. Il quadro che emerge è complesso e sfuggente.

Pasquale Nappo, residente a Scafati ma originario di Pompei, aveva una fedina penale immacolata e, a quanto risulta dalle prime verifiche, non aveva legami di parentela diretti con le famiglie storiche della malavita vesuviana. Tuttavia, è proprio nella cerchia delle sue frequentazioni che gli investigatori concentrano ogni sforzo. Le prime indiscrezioni, infatti, suggeriscono che il 18enne fosse legato da vincoli di amicizia a diverse giovani “teste calde” del territorio, ragazzi noti negli ambienti della microcriminalità e di gang emergenti. La discrepanza tra la vita da operaio e le amicizie “a rischio” rappresenta il nodo cruciale dell’inchiesta: l’omicidio sarebbe maturato in un contesto di vendetta o avvertimento incrociato tra fazioni rivali. Il quesito principale che assilla gli investigatori è: Pasquale Nappo era il bersaglio designato del raid, oppure è stato colpito a morte in un tragico errore, o ancora, in quanto “amico di… ”?

Gli amici che erano con lui, già interrogati dai militari dell’Arma in ospedale, sono i primi testimoni chiave, e le loro dichiarazioni potrebbero far luce sulla vera natura della ritorsione che ha portato il commando a piazza Pace. L’eco del delitto ha travolto la comunità di Boscoreale, suscitando sconcerto e profonda tristezza, specialmente tra i giovani che conoscevano Pasquale. Il sindaco di Boscoreale, Pasquale
Di Lauro, ha espresso il dolore della città con parole toccanti, che uniscono il ruolo istituzionale al dramma personale. “Mi ha sconvolto come sindaco e come padre – ha dichiarato Di Lauro – Non è giusto che un ragazzo di 18 anni veda i suoi sogni arrestati da un evento bruttissimo”. Il suo appello è un monito contro la violenza che ruba il futuro. Anche in piazza Pace, nelle ore successive, il lutto e la confusione erano palpabili. Un giovane, visibilmente scosso e in lacrime, ha commentato la perdita: “Siamo sconvolti. Pasquale era un ragazzo perbene”. Mentre la città si interroga e si stringe nel lutto, i carabinieri continuano a scavare nel passato della vittima e nelle dinamiche delle “amicizie pericolose”, cercando di dipanare la matassa che avvolge l’omicidio. Il raid in scooter in piazza Pace non è stato solo un atto criminale; è stato uno squarcio violento nel tessuto sociale di Boscoreale, un monito inquietante su quanto sia sottile il confine tra la spensieratezza della gioventù e le logiche implacabili della criminalità organizzata.

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