NAPOLI – A poco più di un mese dalla sparatoria che ha sconvolto la zona delle Case Nuove a Napoli durante la tradizionale processione per la Madonna dell’Arco, gli uomini della Squadra Mobile sono riusciti a dare un volto e un nome al presunto autore del duplice tentato omicidio. Ieri mattina è stato arrestato Vincenzo Minichini, 23 anni, gravemente indiziato di essere il responsabile del grave episodio avvenuto lo scorso 13 aprile in via Giovanni Tappia, nel cuore del centro cittadino. Il giovane è ritenuto vicino a gruppi criminali riconducibili al clan Contini, in particolare all’ala guidata da Nicola Rullo, anch’egli attualmente detenuto.
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la sparatoria sarebbe stata l’epilogo violento di un litigio scoppiato nel corso della processione religiosa, un momento solitamente di raccoglimento e partecipazione popolare trasformato in uno scenario di paura e sangue. Tutto sarebbe nato da un’accesa discussione tra donne legate a contesti malavitosi del quartiere, un diverbio esploso per vecchi rancori e dissidi non risolti. A farne le spese sono stati due uomini, uno di 31 anni e l’altro di 23, entrambi colpiti dai proiettili sparati in mezzo alla folla.
Il 31enne, marito della cugina di Emmanuele Marigliano, figura di spicco della criminalità locale attualmente in carcere, era intervenuto per difendere la moglie coinvolta nel litigio. L’altro ferito, un giovane di 23 anni del tutto estraneo ai fatti, si trovava purtroppo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Colpito in pieno volto da un proiettile, ha riportato danni gravissimi perdendo l’occhio sinistro. Le sue condizioni avevano da subito destato particolare allarme, a conferma della pericolosità del gesto compiuto con modalità che gli inquirenti definiscono chiaramente mafiose.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile, guidata dal dirigente Giovanni Leuci e dal vice questore Luigi Vissicchio, hanno permesso di ricostruire con precisione la dinamica dei fatti e individuare Minichini come il presunto autore dei colpi di pistola. A inchiodarlo sarebbero state testimonianze raccolte sul posto, immagini di videosorveglianza e attività tecniche.