NOMI E FOTO. Droga, armi e rapine: 9 a rischio arresto tra Grazzanise, Capua, Cancello Arnone e S. Maria La Fossa

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GRAZZANISE – Spaccio di droga, rapine e armi: sono i principali temi dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di S. Maria Capua Vetere, che coinvolge 10 persone. E per 9 di loro, il pubblico ministero Oriana Zona ha proposto l’arresto. Chi sono? Fabio Bencivenga, 30enne, suo
zio Guido Frascogna, 51enne, Filippo Gravante, 38enne, Dalila Messino, 25enne, tutti di Grazzanise; Anderson Dedja, 24enne di Cancello Arnone; Luigi Frascogna, 79enne, padre di Guido; Giovanni Parente, 60enne, anche lui di Grazzanise; Matteo De Martino, 82enne di Capua; e Michael Panella, 25enne di Santa Maria La Fossa. A decidere se disporre o meno per loro la misura cautelare sarà il giudice Alessia Stadio, ma prima di farlo – seguendo la riforma del ministro Carlo Nordio – dovrà interrogarli. Sarà data la possibilità agli indagati di fornire la loro versione dei fatti, di confrontarsi con la tesi dell’accusa dinanzi a un giudice terzo.

La Procura non ha proposto misura cautelare per Ignazio Caianiello, 47enne, anche lui nell’elenco degli inquisiti. A condurre l’indagine sono stati i carabinieri della Stazione di Grazzanise, guidati dal comandante Luigi De Santis. Un’attività investigativa durata diversi anni che, stando alla tesi della Procura, diretta da Pierpaolo Bruni, è riuscita a documentare numerosi episodi di spaccio di narcotici, detenzione di armi e anche alcune rapine. Rispondono di spaccio di droga Guido Frascogna, Gravante, Messino, Bencivenga, Dedja e Panella. Queste cessioni (prevalentemente di cocaina e hashish) si sarebbero verificate tra il 2021 e il 2023. È contestato il reato di detenzione di armi a
Guido e Luigi Frascogna in concorso con De Martino. Nel febbraio di due anni fa, stando alla tesi dei militari dell’Arma, avevano detenuto e
portato in luogo pubblico una pistola. Di armi risponde anche Giovanni Parente, che pochi mesi fa era già stato arrestato (poi rimesso in libertà) per la detenzione di alcune pistole: stavolta nell’inchiesta emerge che avrebbe detenuto illegalmente un fucile.

Le rapine sono contestate a Bencivenga e Caianiello. Nel collegio difensivo gli avvocati Paolo Raimondo, Enzo Domenico Spina e Angelo
Raucci. Gli indagati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Gli interrogatori preventivi prenderanno il via la prossima settimana.

Minacce a due cittadini per ottenere 1200 euro

C’è una lunga e intensa attività intercettiva alla base dell’inchiesta dei carabinieri, tesa a smantellare una rete di pusher (che avrebbero avuto anche la disponibilità di armi). E nell’ascoltare le conversazioni tra gli indagati, però, sono emerse pure altre condotte ritenute illecite. Tra queste due rapine. Chi sarebbero gli autori? In un caso si tratta, dice la Procura, di Fabio Bencivenga, nipote di Guido Frascogna. In concorso con soggetti al momento non ancora identificati, avrebbe puntato un’arma contro una persona: minacciandola si sarebbe poi fatto consegnare 600 euro, un telefono e vari documenti personali.
Nell’altro episodio appare come protagonista ancora Bencivenga, ma in concorso con Ignazio Caianiello: i due, insieme ad altri soggetti la cui identità, però, non è nota, avrebbero minacciato con un coltello un altro cittadino per spillargli 600 euro e un telefono.
Questi episodi, a detta dei carabinieri, si verificarono nel luglio del 2015. Proprio il fatto che si tratta di condotte datate ha spinto il pm a non proporre la misura per Caianiello.

I Frascogna, nell’ultimo decennio la costante nelle principali inchieste sull’affare stupefacenti

Dal 2015 ad oggi hanno rappresentato una costante nelle principali indagini sullo spaccio di droga: parliamo dei Frascogna. Guido, 51enne (al momento in in carcere per altre vicende giudiziarie – sempre connesse ai narcotici) e alcuni dei componenti della sua famiglia, con ruoli diversi, sono stati presenti in quasi tutte le inchieste tese a smantellare le reti di pusher che negli ultimi dieci anni hanno toccato il territorio del Basso Volturno. Ci riferiamo all’operazione ‘Giano’ del 2015, al blitz ‘San Valentino’ del 2017, e all’attività ‘Strike’ del 2019. E tra loro, e anche dopo, ci sono stati pure altri interventi dei carabinieri che hanno confermato la frequente aderenza dei Frascogna al business dei narcotici, come la perquisizione, data autunno 2023, che ha portato i militari a far visita proprio al negozio che gestiva Guido Frascogna e poi alla sua abitazione: quell’attività ha portato al rinvenimento di un cospicuo quantitativo di droga (e all’arresto del 51enne).

Non solo i Frascogna. Ci sono, però, anche altre ‘costanti’ (anche se meno frequenti). Uno dei 10 soggetti coinvolti nell’ultima indagine, recentemente era stato coinvolto anche in un’altra attività dei carabinieri di Grazzanise, svolta in collaborazione con il Nic della polizia penitenziaria: si tratta di Filippo Gravante (tra i protagonisti anche dell’operazione ‘Strike’). Il giovane, secondo l’accusa, avrebbe portato in carcere – duarnte i colloqui – dello stupefacente che poi veniva smerciato dal sanfeliciano Francesco Massaro. Elemento che, se dovesse essere confermato nelle aule di giustizia, andrebbe a certificare la capillarità criminale, nel settore dei narcotici, di soggetti frequentemente emersi nelle indagini dei carabinieri, operazionei, coordinate dal comandante della locale stazione, Luigi De Santis, anche con il supporto della Compagnia di S. Maria C.V., che mira a tracciare e indebolire il fenomeno della droga.

Tornando alla recente indagine che rischia di far arrestare Guido Frascogna, Gravante e altri 8 indagati, il periodo su cui ha acceso i riflettori è quello dove sul territorio si era riaffacciato Davide Grasso, esponente del clan dei Casalesi. Quest’ultimo, stando a quanto emerso nell’attività dei militari, aveva preteso che Gravante gli cedesse una quota dei proventi dello spaccio.

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