NOMI E FOTO. Ucciso a coltellate, arrestati padre e figlio di S. Marco Evangelista. Truffa agli anziani…

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Stefano Margarita, Antonio e Michele Carozza

SAN MARCO EVANGELISTA – Avevano organizzato una spedizione punitiva contro il giovane che aveva trattenuto per sé soldi e oggetti ottenuti da anziani raggirati e truffati. Quando sono giunti a San Marco Evangelista hanno trovato il giovane contro cui il raid era destinato armato di coltello che ha sferrato prima diversi colpi ferendo due del gruppo giunti sul posto con una Panda da Secondigliano e poi ha tentato di investirne un terzo. Una lite degenerata in tragedia quella avvenuta nella serata di lunedì. Una rissa lungo viale della Libertà, nella zona conosciuta come la “piazzetta”, ha portato alla morte del 26enne Stefano Margarita, di Secondigliano, e al ferimento di altri due giovani, uno dei quali minorenne. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la violenza sarebbe esplosa per questioni legate alla spartizione dei proventi di truffe agli anziani. Una pista che si è fatta sempre più concreta con l’avanzare delle indagini. Dopo le prime attività info-investigative sono stati arrestati Antonio Carozza, 31 anni, residente a San Marco Evangelista e il padre Michele Carozza, 57 anni, residente
a San Nicola La Strada, proprietario di una ferramenta. Sarebbe accorso sul posto dopo una richiesta del figlio.

I due sono in carcere su disposizione del pm Gerardina Cozzolino che ha firmato un decreto di fermo. Ferito gravemente anche un altro giovane, Nicola Milone, 24 anni. La Fiat Panda è stata trovata a Caivano; Antonio Carozza l’aveva usata per recarsi ad acquistare droga
prima di “concedersi una meritata vacanza” come ha scritto in un delirante messaggio. Erano circa le 22 quando il dramma si è consumato.

I soccorsi del 118, giunti insieme ai carabinieri, hanno potuto solo constatare la gravità della situazione. Stefano Margarita è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Caserta, ma per lui non c’è stato nulla da fare: è morto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso. In condizioni critiche anche il 24enne, ora ricoverato ma fuori pericolo. Il secondo ferito, un minorenne, ha riportato ferite lievi. La svolta è arrivata in poche ore. I carabinieri hanno fermato due persone, padre e figlio di 57 e 24 anni, residenti a San Marco Evangelista.

Sono accusati di concorso in omicidio e tentato omicidio. Inizialmente si era ipotizzato un regolamento di conti per lo spaccio di droga,
ma poi è emersa una pista diversa: quella dei soldi provenienti da truffe a persone anziane, probabilmente consumate da membri del gruppo di Secondigliano con Antonio Carozza. Secondo quanto emerso, Stefano Margarita e tre amici si sarebbero recati sotto casa del 24enne per reclamare una parte del denaro derivante dalle truffe. Una discussione animata, poi la tensione è salita: urla, minacce, quindi le coltellate. Il giovane di casa avrebbe reagito con l’aiuto del padre, dando origine allo scontro mortale. Nella notte si sono vissuti momenti di tensione anche all’esterno dell’ospedale di Caserta, dove si sono radunati familiari e amici della vittima, giunti da Secondigliano.

È stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per mantenere la calma ed evitare incidenti. Le indagini proseguono per verificare eventuali complicità o responsabilità di altri soggetti coinvolti nella vicenda. Ad intervenire per primi sul posto sono stati i carabinieri della Stazione di San Nicola La Strada. Sono stati loro che hanno avviato le prime indagini e grazie all’anziano nonno del 31enne Carozza hanno rinvenuto il coltello usato per inferire i colpi. Era stato consegnato dal padre del giovane all’anziano per farlo sparire. L’83enne lo aveva lanciato in un terreno vicino. Successivamente il co- ordinamento delle indagini disposte dalla Procura è stato assunto dai carabinieri della Compagnia di Caserta diretti dal maggiore Gianni Riacà.

Effettuati anche una serie di rilievi sul posto. Antonio Carozza 8 anni fa fu arrestato per minacce al padre. Pretendeva soldi. Poi fu scarcerato. Il padre lo perdonò e a quanto pare aveva continuato a dargli denaro che però non bastavano mai. L’altra sera lui, il padre, ha provato per l’ultima volta a discolparlo, raccontando ai carabinieri una inverosimile versione dei fatti in cui lui per difendere il
figlio avrebbe sferrato i colpi. Padre e figlio, assistiti dall’avvocato Tommaso Giaquinto, attendono l’udienza di convalida del fermo del pm.

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