ROMA – Mentre gli occhi del mondo sono puntati sull’Ucraina, la Corea del Nord spariglia le carte e fa la sua mossa. Per la prima volta dal 2017 il regime di Pyongyang lancia un missile balistico intercontinentale che cade in mare nella zona economica esclusiva del Giappone. Il missile avrebbe volato per 71 minuti dopo aver raggiunto un’altezza di 6mila chilometri. Secondo Yonhap, agenzia di stampa della Corea del Sud, si tratterebbe del nuovo Hwasong-17.
Durissima la reazione di Tokyo. Il premier Fumio Kishida, arrivando al G7 di Bruxelles ha parlato di “oltraggio imperdonabile”. A gennaio, Pyongyang aveva fatto sapere di aver “revocato” la moratoria volontaria annunciata ad aprile 2018 sui test missilistici.
Una condanna “ferma” dell’accaduto è arrivata anche dagli Stati Uniti. “Questo lancio è una sfacciata violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e solleva inutilmente tensioni e rischia di destabilizzare la situazione della sicurezza nella regione”, ha spiegato la Casa Bianca. Washington ha invitato la Corea del Nord a “presentarsi al tavolo per negoziati seri” ma, allo stesso tempo, il regime di Kim Jong-un deve “immediatamente cessare”, le sue azioni.
Di “grave esclation” ha parlato anche l’Unione Europea mentre la Cina ha invitato tutti alla calma auspicando una soluzione politica alla questione. “Speriamo che tutte le parti interessate si concentrino sulla situazione generale di pace e di stabilità nella penisola”, ha dichiarato Wang Wenbin portavoce del ministero degli Esteri di Pechino. Sulla stessa posizione si è schierata Mosca con il Cremlino che ha dichiarato di monitorare “da vicino” la situazione. “E’ molto importante che questa regione non si trasformi in un’altro luogo in cui le tensioni stanno crescendo”, ha argomentato il portavoce di Mosca, Dmitry Peskov. Il timore della comunità internazionale infatti è quella che in tempi brevi la Corea del Nord possa decidere di riprendere anche gli esperimenti nucleari.
di Andrea Capello