MILANO – Lo hanno picchiato con una mazza da baseball per rubargli soldi e cellulare, continuando a colpirlo anche mentre era a terra. Nel pomeriggio del 29 ottobre la polizia di Novara ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di due cittadini pakistani, di 31 e 29 anni, da diversi anni residenti nel Novarese, perché responsabili in concorso dei reati di estorsione, rapina e lesioni personali aggravate ai danni di un connazionale.
L’aggressione è avvenuta nella tarda mattinata del 14 settembre in centro città, nei pressi della stazione ferroviaria. La vittima, di anni 35, anch’egli originario del Pakistan, si trovava a bere un caffè insieme a un conoscente a un tavolino esterno di un bar sotto i portici di piazza Garibaldi quando è stato avvicinato da un connazionale che, improvvisamente, gli ha sottratto il telefono cellulare che aveva appoggiato sul tavolino. Sorpreso e infastidito dal gesto, ha provato a chiedere spiegazioni, ma l’altro l’ha subito zittito intimandogli di consegnare immediatamente sia il telefono sia il denaro altrimenti sarebbe stato picchiato violentemente.
Credendo che fosse da solo, la vittima ha cercato di reagire, ma l’aggressore ha fatto una una breve telefonata e dopo pochi istanti è stato raggiunto da altri connazionali, uno dei quali armato con una mazza da baseball, che si sono scagliati contro di lui e hanno iniziato a picchiarlo brutalmente. Mentre la vittima cercava di ripararsi dai colpi, il primo aggressore continuava gli altri a colpirlo più forte urlando “Colpitelo più forte, dovete ammazzarlo”.
All’arrivo delle forze dell’ordine, allerati da passanti, gli aggressori sono scappati mentre la vittima è stata accompagnata al pronto soccorso.
L’intervento immediato degli agenti della Squadra Mobile di Novara ha permesso di raccogliere elementi a carico dei due responsabili del pestaggio, soggetti che sono risultati particolarmente pericolosi tanto che la vittima, che ha collaborato alle indagini riconoscendoli, si è dovuta trasferire temporaneamente all’estero temendo per la propria incolumità e quella dei propri cari.
Il quadro accusatorio, vista la gravità delle condotte e in considerazione della pericolosità sociale mostrata e della facile previsione di una reiterazione del delitto, è stato pienamente condiviso dal gip che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. I due soggetti sono stati quindi tratti in arresto e portati in carcere a Novara a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Gli investigatori stanno da tempo monitorando con molta attenzione analoghi episodi accaduti in città, quali risse e danneggiamenti che hanno destato preoccupazione nella cittadinanza e che vedevano coinvolti anche soggetti legati alla comunità pakistana presente in città.
I due uomini tratti in arresto potrebbero pertanto esser stati coinvolti anche in altri episodi e rappresentare anche delle figure di spicco all’interno della comunità pakistana, visto anche il timore che sono riusciti a incutere alla loro vittima, che è dovuta, appunto, scappare all’estero.
Le condotte violente non erano solo finalizzate al compimento di brutali aggressioni, e quindi nell’integrazione del reato di percosse o lesioni, ma al ben più grave reato di estorsione in quanto tale comportamento è finalizzato all’ottenimento di una somma di denaro non dovuta. Sono pertanto in corso ulteriori indagini.
(LaPresse)