INDIANAPOLIS – Ora che è arrivata anche la ‘Divina’, le stelle dell’International Swimming League ci sono davvero tutte. Dagli studi televisivi alla piscina dell’Indiana University Natatorium, dall’Italia agli Stati Uniti, da un possibile scenario futuro lontano dal nuoto al presente – attualissimo – che la reclama in vasca, in poco più di 24 ore Federica Pellegrini si è catapultata nella nuova realtà dell’Isl. La capitana degli Aqua Centurions, il team di matrice italiana al via, è l’ultima tra le star arrivate a Indianapolis per prender parte alla tappa inaugurale – in programma nel weekend – della prima lega professionistica a squadre. Ma non per questo si è fatta trovare impreparata, sottoponendosi a una sessione di allenamento subito dopo esser sbarcata negli Usa.
La condizione è lontana dall’essere la migliore, anche perché il vero obiettivo dell’azzurra è Tokyo 2020, ma la campionessa veneta non vuole sottrarsi ai suoi doveri di capitana. “Qui a Indianapolis aiuterò solo le staffette, di fatto è la prima tappa, anzi era già molto in bilico perché ho finito le registrazioni di Italia’s Got Talent e sono venuta direttamente qui – ha raccontato in un’intervista a LaPresse – Ancora non sono pronta per le gare individuali, che farò invece tra una settimana a Napoli”.
Domanda: Come vede il team in questa prima edizione di Isl?
Risposta: “Abbiamo avuto un po’ di ritardo sul mercato nostro interno, quindi la squadra è stata fatta un po’ tardi rispetto agli altri. Sulla carta abbiamo la squadra meno forte, questo sicuramente. Bisognerà limare dove è possibile, giocare sull’imprevisto, su qualsiasi cosa, e poi vedere”.
D: Quante possibilità ci sono di vedere gli Aqua Centurions tra le finaliste a Las Vegas?
R: “E’ molto difficile, però ci si prova sempre”.
D: E’ un periodo di grandi cambiamenti nel mondo dello sport. Nel calcio le donne dopo l’ottimo Mondiale puntano al professionismo. Anche per voi nuotatori l’Isl è il primo passo per raggiungere questo obiettivo.
R: “E’ qualcosa di importantissimo nel mondo del nuoto e in generale. Sono felicissima di questa nuova lega, in Italia noi non siamo ancora considerati dei professionisti, quindi la mia battaglia sarà quella di cercare comunque di essere riconosciuti professionisti anche in ambito italiano. Fa un po’ ridere, quando lo racconto la gente non crede al fatto che noi comunque siamo atleti amatoriali. Mi piacerebbe un giorno che il nuoto fosse considerato sport professionistico”.
Alberto Zanello (LaPresse)