MILANO – Seconda giornata di gare alla Duna Arena di Budapest, sede dei XIXesimi mondiali di nuoto. Ingresso in finale con il secondo crono dei 1500 stile libero per Simona Quadarella che ritrova la vasca magiara dopo l’esordio del 2017 che la vide bronzo iridato. Sei azzurri avanzano in semifinale: le raniste Arianna Castiglioni e Benedetta Pilato, le dorsiste Margherita Panziera e Silvia Scalia, Marco De Tullio nei 200 stile libero e Thomas Ceccon, atteso alla finale dei 50 farfalla (stesso tempo di Dressel in semifinale col doppio record italiano) che passa nei 100 dorso. Finali nel pomeriggio alle 18 su Raidue. Fari puntati subito sulla finale dei 100 rana con Nicolò Martinenghi, bronzo olimpico, che cerca il suo primo trono mondiale scattando in corsia 4 al via.
Trenta vasche col pilota automatico nuotate con la media del 31″5 e chiusura in 15’56″19 nella seconda batteria dei 1500 stile libero per rispondere presente. Simona Quadarella ritorna nelle vasca che la vide protagonista anche nel triplete europeo dello scorso anno nei 400, 800 e 1500 stile libero, dimostrando forza e controllo in una batteria che la vede sfuggire ai 1200 metri dal pressing a tenaglia delle australiane Lani Pallister e Moesha Johnson, staccate poi di un secondo. Secondo posto nella generale dietro alla campionessa olimpica Katie Ledecky, qui vincitrice già dei 400 stile libero, al comando con 15’47″02, tempo che le spiana la strada verso il diciassettesimo oro mondiale. Simona invece dimostra maturità e consapevolezza ripartendo dopo il quinto posto olimpico nella sua specialità a Tokyo, dove però conquistò il bronzo negli 800 stile libero: “Le sensazioni molto buone, c’eravamo prefissati con Christian (Minotti ndr) di fare un tempo intorno ai 16 minuti ed è venuto un buon crono. A Gwangju ero al top, ma qui mi sento bene ho tanti ricordi ma rispetto a cinque anni fa mi porto tante certezza e una migliore consapevolezza dei miei mezzi. Katie Ledecky è un’avversaria fortissima ma il mio obiettivo non è lei ma la mia gara. Quest’anno è una stagione difficile piena di impegni. Certo l’Europeo in casa sarà incredibile non vedo l’ora. Di questa mattina mi è piaciuto sia il passo gara che il cambio di ritmo. Le australiane erano pericolose ma sono riusciata a staccarle ai 1200 metri senza faticare troppo”, dichiara la ventitreenne romana allenata da Christian Minotti per CC Aniene, che entra finalmente in vasca da campionessa mondiale in carica e peraltro anche argento iridato negli 800 stile libero.
Rompe il ghiaccio Margherita Panziera. La vicecampionessa europea in carica qui a Budapest (oro nei 200 dorso) chiude nona in 1’00″40, e cercherà nel pomeriggio una finale mai raggiunta nella distanza mondiale, lei che fu quarta nel mondiale di Gwangju nei suoi 200 dorso. “Non è andata malissimo considerato che è mattina non ho strappato e il secondo 50 è venuto molto meglio, nel pomeriggio devo cercare un passaggio più veloce”, dichiara la ventisettenne di Montebelluna, che si allena per Aniene e Fiamme oro con Gianluca Belfiore. A braccetto Silvia Scalia che chiude undicesima in 1’00″77; la coetanea dell’altra azzurra nata a Lecco e primatista dei 50 dorso raggiunge per la prima volta una semifnale ai mondiali.
Il poliedrico ventenne di Schio Thomas Ceccon allenato da Alberto Burlina per Fiamme Oro e Leosport si presenta ancora sui blocchi dopo il bronzo in staffetta e i due record italiani nei 50 farfalla di ieri. Cento dorso con il baffo alla Spitz per aprire una nuova pagina nel libro ungherese dei sogni. La gara è un misto di sfrontatezza e padronanza dei mezzi: batteria in testa con passaggio in 25″85 poi lunga planata senza forzare e chiudere nono nella generale in 53″70. “Volevo fare questo tempo controllando dopo la prima vasca. Ieri è stata una giornata fantastica con una medaglia con due record italiani oggi sono un po’ stanco ma visto che è presto riesco a riposarmi di più per gli impegni del pomeriggio”, ripete l’azzurro esploso dopo l’argento olimpico della 4×100 stile libero e il bronzo nella mista e che qui l’anno scorso fu sesto in Europa in questa specialità.
Avanti l’americano Hunter Armstrong, oro olimpico nella mista, che chiude in 52″81. Passano comodamente il turno nei 100 rana sia Benedetta Pilato che Arianna Castiglioni. Impressiona per nuotata e scorrevolezza quest’ultima: la primatista italiana è quarta in 1’06″49, ma dimostra padronanza sia tecnica che mentale della gara. “Ho rotto il ghiacchio, ho nuotato bene sciolta senza strafare. Ho cercato linearità per tutta la gara – racconta la venticinquenne di Busto Arsizio che vive se si allena a Caserta con Andrea Sabino per Fiamme Gialle / Team Insubrika. Mi sono promessa di godermi il mondiale in maniera più serena. Il mondiale in corta l’ho vissuto in maniera agitata, forse i cambiamenti della mia vita hanno influito. Sto maturando nell’approccio sia agli allenamenti che alle gare”, chiude la vicecampionessa europea in carica fu ottava tre anni fa a Gwangju suo miglior risultato mondiale.
Si tuffa nella vasca dei sogni Benedetta Pilato, che qui lo scorso anno realizzò un primato mondiale coi fiocchi vincendo anche l’oro europeo nei 50 rana. Nella distanza doppia Benny parte a bomba (30″90) per scomporsi e cedere un po’ alla fatica fisica e mentale di una specialità che la vede ancora con ampi margini di miglioramento: la sedicenne tarantina chiude ottava in 1’06″68. “Ero un po’ stanca mi sono scomposta, le sensazioni buone anche nel riscaldamento – dichiara sorridendo la vicecampionessa mondiale dei 50 a Gwangju, allenata da Vito D’Onghia per il CC Aniene. Qui mi sento a casa, questa è una competizione dove riesco a controllare le emozioni. Certo il 50 è la mi sapecialità e voglio arrivare carica a sabato disputando una finale anche nella distanza doppia”.
Dopo il quinto posto nei 400 stile libero, Marco De Tullio prova la sua prima avventura iridata nei 200 stile libero dove è terzo in Italia appaiato a un totem come Brembilla. Il ventenne barese è dentro in semfinale nei 200 stile libero con il tredicesimo crono in 1’47″27. “Ho iniato malissimo ma poi il tempo finale non è male. Sapevo che se fossi entrato oggi pomeriggio me la potevo giocare. Questa distanza la sto imparando a conoscere per nuotarla ad alti livelli. Ieri ho rivisto la finale dei 400 sl e a mente fredda forse sono passato un po’ troppo forte a metà gara. Ho provato a stare dietro ai primi e li forse ho perso forza per l’abbrivio finale”, chiude l’atleta allenato da Christian Minotti per l’Aniene.
Niente passagio per Stefano Di Cola. Il ventiquattrenne marchigiano di San Benedetto del Tronto allenato da Claudio Rossetto per GS Marina Militare / CC Aniene non trova mai la nuotata giusta andando fuori giri e chiudendo 24esimo in 1’48″09. Abbagliante per nuotata e presenza scenica invece il diciottenne rumeno David Popovici, quarto a Tokyo, che si prende il palcoscenico chiudendo in testa in 1’45″18 mettendo in riga tutto il parterre de roi compreso il campione olimpico Tom Dean, quarto in 1’45″99.
(LaPresse)