Nuova legge elettorale, De Luca mette sul tavolo la ricandidatura

Foto Marco Alpozzi - LaPresse Nella foto: Vincenzo De Luca

NAPOLI – Mentre i capigruppo in consiglio regionale iniziano il dibattito sulla nuova legge elettorale, il presidente Vincenzo De Luca manovra per assicurarsi la possibilità di ricandidarsi. Secondo le voci che girano in Regione, è imminente l’arrivo, sul tavolo della prima commissione presieduta da Giuseppe Sommese (Azione-Per), della norma che rifiuta la legge nazionale sul divieto del terzo mandato. Qualcosa di simile a quanto fatto da Luca Zaia in Veneto: secondo questa interpretazione, se la Regione non recepisce la legge nazionale, il governatore che ha già espletato due mandati può ricandidarsi. Orientamento dubbio, ma che in Veneto non è stato contestato da alcuna parte politica davanti alla giustizia amministrativa. Lo Sceriffo spera quindi di spuntarla con questo espediente per la possibilità legale di ricandidarsi. Tutt’altro discorso per il consenso politico del Pd all’operazione: è vero che dal recente incontro di Ischia sono arrivati segnali distensivi fra il governatore e la segretaria nazionale dem Elly Schlein, ma allo scambio di cortesie non hanno fatto seguito atti concreti: se il congresso regionale del partito non viene convocato, per De Luca c’è poco da sperare. Gli occhi sono quindi puntati sul commissario del Pd in Campania Antonio Misiani.
E nei prossimi giorni i capigruppo torneranno a riunirsi, dopo il primo incontro tenuto martedì, per proseguire la discussione sulla legge elettorale. Al summit inaugurale hanno partecipato Mario Casillo (Pd), Pasquale Di Fenza (Azione-Per), Corrado Matera (Misto), Carmine Mocerino (De Luca presidente), Tommaso Pellegrino (Italia viva), Giovanni Porcelli (Partito Socialista Italiano – Campania Libera – Noi di Centro – Noi Campani) e il presidente dell’assemblea Gennaro Oliviero.
“La legge va modificata sotto vari aspetti – ha dichiarato ieri a “Cronache” Mocerino – e la discussione è ancora in fase embrionale. Nelle prossime riunioni faremo le nostre proposte”. Ci sono già perplessità, comunque, sull’ipotesi di abbandonare il sistema proporzionale e prevedere una soglia di sbarramento del 4% per poter eleggere consiglieri: il tetto è alto e rischia di tagliare fuori diversi alleati minori. Tanto che, a quanto è emerso, solo Pd e Italia viva propongono questo sbarramento.
Come ricordato da Mocerino, altre possibili modifiche sono allo studio: particolarmente importante è la possibilità, per i consiglieri nominati assessori, di tornare a far parte dell’assemblea in caso di revoca dell’incarico in giunta. subentrerebbe sempre il primo dei non eletti, che però diventerebbe “consigliere supplente” e dovrebbe lasciare il posto al consigliere originario nell’eventualità di fuoriuscita dall’esecutivo.
Altra modifica allo studio è una sorta di premio di maggioranza per la lista più votata della coalizione: il primo dei non eletti entrerebbe comunque in Consiglio. Il numero dei consiglieri (che è parametrato ai residenti) potrebbe inoltre aumentare: l’incremento della popolazione campana porterebbe la possibilità di eleggere altre due unità.

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