CASTEL VOLTURNO – Da un lato i Bidognetti, dall’altro il gruppo che orbitava intorno ad Antonio Fucci: una contrapposizione che, tra il 2020 e il 2021, era sfociata in agguati, ‘stese’ e minacce. La cosca del clan dei Casalesi, che storicamente controlla i business criminali sul litorale, si era ritrovata contro un manipolo di persone pronte a intaccare il suo strapotere nel traffico di droga e nelle estorsioni. Una spina nel fianco che, stando all’indagine condotta dai carabinieri di Aversa, avrebbe spinto Gianluca Bidognetti, leader della compagine mafiosa, a ordinare dal carcere l’uccisione di Fucci, un ordine che però non si concretizzò.
Il complesso lavoro di carabinieri e polizia, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nel 2022 è riuscito a disinnescare entrambe le compagini con numerosi arresti; l’ultima bordata ai Bidognetti è stata inflitta pochi mesi fa. Questi interventi hanno creato un vuoto criminale, subito colmato da nuove leve castellane e da gruppi provenienti dall’hinterland napoletano, che hanno iniziato a spostare i loro affari anche sul litorale domizio. È in questo contesto che va collocata la recente ‘stesa’ avvenuta davanti al bar Serenella nella notte tra lunedì e martedì. Una lite tra bande, in cui la frangia non locale – in questo caso originaria di Pozzuoli – avrebbe reagito con armi da fuoco dopo essere uscita sconfitta in una rissa. Uno scontro che avrebbe preso il via per futili motivi, ma dietro a questo astio e alla violenza ci sarebbe all’orizzonte anche il business dello spaccio, su cui entrambe le fazioni stanno provando a mettere le mani.