Nuovo rinvio per la causa Mediaset-Vivendi, migliorano i conti del Biscione

A novembre scorso, il Tar del Lazio aveva rimesso ai giudici del Lussemburgo la decisione sull'annullamento della delibera Agcom

Foto Marco Lussoso/LaPresse

MILANO – Nuovo rinvio per la causa civile tra Mediaset e Vivendi per il mancato acquisto da parte dei francesi di Premium. Il gruppo del finanziere bretone Vincent Bolloré ha chiesto alla giudice Daniela Marconi, davanti alla quale si sta dibattendo il caso, una sospensione in attesa che la Corte di Giustizia Europea si pronunci sulla delibera Agcom del 2017 che aveva imposto a Vivendi di ridurre la sua partecipazione in Mediaset.

Mediaset e Vivendi al centro della disputa

A novembre scorso, il Tar del Lazio aveva rimesso ai giudici del Lussemburgo la decisione sull’annullamento della delibera Agcom del 18 aprile di due anni fa. Con cui l’autorità delle comunicazioni aveva ravvisato nella partecipazione di Vivendi in Mediaset e in Telecom Italia una violazione della normativa italiana in materia di concentrazione radiotelevisiva. Come prevede l’articolo 43 del Tusmar. L’Agcom aveva quindi imposto al gruppo francese di limitare la propria quota nel gruppo del Biscione al 9,9%. Conferendo la restante parte ai francesi a Simon Fiduciaria.

Dopo la richiesta avanzata dai legali di Vivendi nel corso dell’udienza, la giudice Marconi si è riservata di decidere sia su questo punto che sulle altre istanze istruttorie avanzate dalle parti. Una risposta arriverà dopo il 30 aprile, data entro la quale verrà depositata la traduzione di parte della documentazione fornita dalle parti in inglese.

Nel mirino la vendita di Premium

La lotta a colpi di carte bollate tra Mediaset e Vivendi va avanti ormai da tre anni. Nel 2016, dopo che la vendita di Premium non è andata a buon fine, Mediaset e Fininvest hanno fatto causa a Vivendi. Che ha ricambiato con un’altra causa contro Cologno Monzese. In base a quanto riportato nella relazione di bilancio 2018 di Vivendi, la richiesta di risarcimento è stata quantificata da Mediaset e Rti (a suo tempo controllante di Premium) in 720 milioni di euro e da Fininvest in 1,3 miliardi di euro. A queste richieste si aggiunge quella di risarcimento di danni di immagine, che il giudice dovrà quantificare.

Migliorano i conti del Biscione

Sul fronte dei risultati finanziari, intanto, Mediaset ha annunciato di aver chiuso il suo 2018 con un utile netto di 471,3 milioni di euro. In deciso progresso dai 90,5 milioni dell’anno precedente grazie anche al contributo di 374 milioni di euro arrivato dalle operazioni straordinarie.

Non considerando della plusvalenza realizzata con l’operazione EiTowers e, in negativo, il riallineamento dei valori contabili degli asset pay, il risultato sarebbe positivo per 97,3 milioni, segnala comunque l’azienda. Valore, questo, migliore di quello previsto nel piano 2020. Significativo l’impatto della raccolta, con i ricavi pubblicitari televisivi lordi che in Italia sono cresciuti in controtendenza rispetto al mercato a 2,11 miliardi di euro. Portando la quota di mercato della società al 39%.

La decisione del Cda

Il cda ha infine reso nota la decisione di aspettare fino al prossimo 25 luglio per decidere in merito all’eventuale distribuzione di dividendi. Per il momento non è stata proposta alcuna cedola, al fine di rafforzare la struttura patrimoniale e cogliere eventuali opportunità di mercato in ambito internazionale. Nel caso tali opportunità non si presentassero, un’assemblea dei soci potrebbe essere convocata dopo la presentazione dei dati semestrali.

(AWE/LaPresse/di Benedetta Dalla Rovere e Marco Valsecchi)

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