Istat: ad agosto record di occupati e sale lavoro a termine

Il tasso di occupazione si attesta sul 59%, al record storico del 1977. Nuovo record anche per il lavoro a termine

Foto LaPresse Tiziano Manzoni 04/04/2018 Bergamo - ITALIA Cronaca il cantiere con certificazione LEED della nuova sede di Confindustria Bergamo all'interno del Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso Nella foto il cantiere

MILANO – Un raggio di sole riscalda l’economia italiana dopo anni in cui lavoro e disoccupazione hanno toccato livelli preoccupanti. Ad agosto, infatti, si registra una ripresa dell’occupazione con una crescita di 69.000 occupati su luglio e di 312.000 occupati su agosto 2017. Il tasso di occupazione si attesta sul 59%, al record storico dall’inizio delle serie (1977).

Da quando nel 2008 si è entrati in una spirale di crisi economica mondiale, sino ad oggi in Italia nel settore industriale hanno perso il proprio posto di lavoro circa 900mila operai e oltre 1 milione di persone nell’artigianato. C’è inoltre un’altra dimensione del lavoro che si è creata da questa crisi, che corrisponde a fare prevalere la pura rilevanza economica delle imprese su quella sociale ed umana, con rischi ai diritti più fondamentali e personali del lavoratore.

Dati occupati

Gli occupati nel mese erano 23.369.000. L’occupazione è cresciuta sul mese soprattutto nel lavoro dipendente (+95-000) mentre il lavoro indipendente ha perso 26.000 unità. L’occupazione dipendente permanente è aumentata di 50.000 unità mentre quella a termine ha registrato 45.000 unità in più.

Lavoro a termine

Nel mese gli occupati a tempo determinato erano 3.143.000 con una crescita di 45.000 unità (+1,5%) su luglio e di 351.000 unità (+12,6%) su agosto 2017. E’ record dall’inizio delle serie storiche (dal 1992). Per il lavoro dipendente ‘permanente’ si è registrata una crescita di 50.000 unità su luglio e un calo di 49.000 unità su agosto 2017. Il tasso di disoccupazione ad agosto è sceso sotto il 10% al 9,7% ai minimi da gennaio 2012.

I dati

L’Italia, tra i Paesi di cui sono disponibili i dati per il 2017, è in quarta posizione per lavoratori poveri. Ci superano soltanto la Romania (col 17,4% di poveri tra gli adulti over 18 occupati), la Spagna, col 13,1%, e la Grecia a quota 12,9%. Ma a differenza di questi Paesi l’Italia è l’unica nazione europea in cui la percentuale è in crescita costante da anni. Nel 2016 eravamo all’11,7%, mezzo punto sotto il dato del 2017, pari al 12,2%. Nel 2008, quando in Italia si sentirono gli effetti della crisi economico-finanziaria esplosa negli Stati Uniti, spiegano dalla Commissione europea, la quota di lavoratori italiani che dovevano fare i salti mortali per arrivare alla fine del mese ammontava al 9 per cento. E la “disastrata” Grecia ci superava di cinque punti abbondanti.

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