MILANO – Pessimo risultato dell’Italia per quanto riguarda la capacità di attrarre lavoratori provenienti dall’estero in possesso di master o dottorati. Da questo punto di vista, il nostro paese risulta quartultimo sui 35 membri dell’Ocse, davanti soltanto a Grecia, Messico e Turchia. Va solo leggermente meglio se si parla invece di attrarre gli imprenditori: qui siamo ventottesimi, davanti anche a Islanda, Cile, Israele e Lettonia. Mentre va se si guarda all’attrattività dal punto di vista degli studenti universitari la posizione è la ventunesima.
Lavoro qualificato, l’analisi dell’Ocse
E’ quanto emerge da una ricerca effettuata dalla stessa Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico, che osserva come tutti gli Stati esaminati potrebbero migliorare da questo punto di vista, lavorando sui punti di forza e debolezza caratteristici di ciascuno. “Un monitoraggio stretto dei movimenti globali dei migranti altamente qualificati – osservano gli estensori del rapporto – è dunque necessario a identificare vincitori e perdenti e ad attivare, dove necessario, strumenti internazionali per condividere meglio i costi e i benefici associati alla mobilità internazionale dei talenti”.
La Svizzera è nella top5
Vinti e vincitori, appunto. Alla seconda categoria appartiene sicuramente la Svizzera, nella top five di tutte e tre le classifiche, mentre rientrano nei primi cinque posti in due casi su tre Nuova Zelanda, Svezia, Norvegia e Canada. La nazione alpina, sottolinea l’indagine, è tra l’altro una delle poche ad avere sistemi di migrazione che non riducono la sua desiderabilità agli occhi dei migranti.
L’Italia è al quartultimo posto
Per quanto riguarda l’Italia, invece, un cambiamento dei pacchetti sull’immigrazione non sarebbe sufficiente a cambiare in modo radicale la sua attrattività. Una simulazione effettuata ipotizzando che ogni paese adotti le politiche più favorevoli possibili mostra infatti come la vetta della classifica resterebbe comunque distante. Questo spiega l’Ocse, perché a tenere lontani i migranti con maggiori competenze sono il mercato del lavoro complessivo e l’ambiente economico.
(AWE/LaPresse/di Marco Valsecchi)