Olimpiadi 2026, l’avvertimento di Malagò: “Torino è ancora in tempo per ripensarci”

Il presidente del Coni fa appello alla sindaca di Torino Chiara Appendino che si è opposta al tridente

Foto Fabrizio Corradetti - LaPresse in foto Giovanni Malagò

Milano (LaPresse) – “Siamo ancora in tempo” per ripensarci. Così il presidente del Coni Malagò, intervenendo a Radio Anch’io sulla candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026 e facendo appello alla sindaca di Chiara Appendino. Il numero uno del Coni, non vuole replicare direttamente alle critiche del vicepremier Di Maio: “Non voglio fare polemica perchè credo non serva a nulla. Riguardo al Coni – evidenzia Malagò – le cose non stanno così, è fin troppo evidente”.

“Da quando si è cominciato a parlare della candidatura abbiamo cominciato a parlare di ticket Milano-Torino. Poi si è aggiunta Cortina e poi avendo tre candidature ci siamo rivolti al governo. E il governo ha detto che dovevamo procedere, ma ci doveva essere coesione totale e massima attenzione ai costi”. “L’idea a tre – prosegue il numero uno del Coni – era stata recepita dal governo e poi sostenuta dal Cio, noi abbiamo fatto quello che ci ha chiesto il governo”.

Il presidente del Coni fa appello alla sindaca di Torino Chiara Appendino che si è opposta al tridente

“A me non piace dire chi ha la colpa – aggiunge Malagò – il governo ha fatto degli incontri e ognuno ha esposto le sue istanze, poi il governo ha preso atto e ha mandato una lettere nella giornata di giovedì chiedendo un giudizio sul tridente. Sala aveva posto due condizioni, la governance e che nel nome Milano doveva essere per prima, una richiesta che non mi sembra una richiesta inaccettabile. Infine è arrivata la terza lettera della Appendino che rimaneva alla delibera del consiglio comunale che non faceva riferimento al tridente volendo far partecipare Torino da sola. È stato evidente che a fare saltare tutto è stata Torino. Poi Giorgetti è andato in audizione Parlamento dicendo che non c’era condivisione”.

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