ROMA (Leonardo Crocetta) – Oltre diciotto milioni di euro per mandare in onda ‘Il tempo che fa’, di cui dieci alla società ‘Officina srl’ di Fabio Fazio. Non è certo una somma da poco quella spesa dalla Rai per il noto programma di interviste. Una cifra esorbitante, che è finita al vaglio dell’Anac. A rivelarlo un’inchiesta de ‘Il Fatto Quotidiano’.
Compenso milionario a Fazio, programma ‘in rosso’
Fino ad oggi il compenso del presentatore, che ammonta a più di 2 milioni di euro, ha destato non poco scalpore. Al lordo delle imposte si tratta di 2.240.000 euro annui. Il compenso previsto per “l’opera artistica e professionale” per le 64 puntate del programma previste fino al 2021. Dei 18 milioni previsti per i costi 10 vengono spesi soltanto nel primo anno del quadriennio 2017-2021. Di cui 700mila solo per i diritti del format. Il resto dei costi di produzione finiscono direttamente alla società di Fabio Fazio. Senza considerare i costi di produzione: 2,8 milioni per scenografia, regia e redazione e 2,6 milioni per costumi, trucco e riprese. Per ogni puntata lo Stato spende, quindi, 409mila euro. Soldi ben spesi secondo la Rai, che prevede un ritorno di incassi pari a un milione e mezzo, basandosi sullo share delle ultime stagioni.
L’indagine dell’Anticorruzione
Al lavoro sui costi del programma l’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, che hanno puntato la lente sulle spese per la stagione 2017-2021. Dura l’opinione sulla stipula, che per gli inquirenti risulta “non conforme al codice dei contratti la stipula da parte della Rai del contratto preliminare con l’artista, prima fra l’altro che la società di produzione del format televisivo, con cui è poi stato stipulato il definitivo, venisse costituita”. Per l’Anticorruzione vi sono “sussistenti possibili rischi di non conseguire l’equilibrio costi-ricavi”. Gli atti dell’Anac sono ora al vaglio della Corte dei Conti. Ma la procura contabile potrà valutare i fatti solo all’esito del finale di stagione, momento in cui si potranno valutare gli introiti.