Omicidio a Barra, ammazzato dai sicari per un’epurazione interna: nel 2021 sfuggì ad un agguato

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Polizia vicino il luogo della morte di Borriello

NAPOLI – La morte di Salvatore Borriello, freddato ieri mattina a Barra a colpi di pistola, si inserisce in una trama di tensioni e regolamenti di conti che nel quartiere orientale di Napoli continua a riemergere ciclicamente. Il nome del giovane, infatti, non è nuovo alle cronache: Borriello era già scampato quattro anni fa a un agguato che, secondo gli investigatori dell’epoca, avrebbe potuto avere proprio lui come uno degli obiettivi. Era il 17 aprile 2021 quando in via Serino, sempre a Barra, un’incursione armata sconvolse il quartiere. Un’azione condotta da quattro persone a volto scoperto, in sella a due scooter di grossa cilindrata, che sfociò in una sparatoria violenta. A farne le spese fu una ragazza di 25 anni, completamente estranea a contesti criminali, ferita mentre passeggiava con il compagno.

Le immagini delle telecamere di sorveglianza permisero agli inquirenti di ricostruire in modo dettagliato le fasi dell’attacco e di ipotizzare che nel mirino ci fossero proprio Borriello e un altro uomo non identificato. Per quella spedizione furono arrestati quattro uomini ritenuti vicini al clan Aprea, gruppo storico del corso Sirena a cui pare appartenesse la stessa vittima, dando credito alla pista dell’epurazione interna. Quattro anni fa vennero catturati Luigi Aprea, 33 anni, figlio del boss Ciro; Vincenzo Aprea, 28 anni; Giovanni Aprea, 27 anni; e Fabio Falco, 34 anni. Il fermo fu convalidato dal gip, che dispose la custodia cautelare in carcere. Tuttavia, il Tribunale del Riesame fece cadere successivamente la contestazione del tentato omicidio, accogliendo le tesi difensive, pur mantenendo in piedi altri capi d’imputazione.

Una decisione che, secondo alcune interpretazioni investigative, alimentò l’ipotesi di un quadro più complesso, legato a possibili dinamiche interne ai gruppi criminali locali. Pochi giorni dopo quegli spari, il nome di Borriello tornò nuovamente nelle carte giudiziarie. Il 23 aprile 2021, infatti, il 26enne fu arrestato insieme a un altro indagato dopo un inseguimento in auto. Nella vettura, secondo quanto riportato dagli inquirenti, vennero trovate 13 dosi di hashish e 400 euro in contanti. Un episodio che contribuì a mantenere alta l’attenzione degli investigatori sul giovane. Ora, quattro anni dopo il primo agguato, la vicenda si chiude tragicamente. L’omicidio consumato ieri a Barra segna il terzo e ultimo capitolo della parabola di Salvatore Borriello.

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