Omicidio a Napoli, le impronte dell’assassino sulla porta

Indagini sull’omicidio di Mario Palma a un passo dalla svolta: i carabinieri della sezione Rilievi hanno rilevato impronte sulla porta dell’appartamento. L’assassino l’ha chiusa, dopo aver ucciso l’81enne. Ma aveva le mani macchiate di sangue e non indossava guanti. C’è una traccia per individuarlo in poche ore.

Non ci sono testimoni. Un elemento certo però c’è: la vittima conosceva l’assassino. Non altro gli ha aperto la porta. Di più. Lo ha fatto entrare. Dai primi rilievi dei carabinieri, è emerso che il delitto non è avvenuto subito. L’omicida è entrato nell’appartamento e ha percorso alcuni metri, prima di sfoderare la lama e colpire l’anziano. Probabilmente in quel momento stavano parlando. I due erano faccia a faccia. Se la vittima non si fosse fidata, non lo avrebbe mai lasciato entrare.

Sono elementi che spingono i militari di Bagnoli a restringere il campo delle indagini. Da 48 ore esaminano i contatti (anche telefonici) della vittima. Le ultime conversazioni, i messaggi. Soprattutto cercano la pistola ‘fumante’: tutto porta non a un delitto d’impeto, ma un omicidio premeditato. Qualcuno domenica pomeriggio ha portato con sé un coltello da sub prima di bussare al campanello in via Mario Gigante, per ucciderlo.

L’anziano alle 16 è stato trovato in una pozza di sangue a pancia in giù sul pavimento. L’allarme lanciato da una vicina di casa, che aveva udito le grida e notato del sangue vicino alla porta. Non solo. L’aggressore ha inferto diverse coltellate al volto e al collo. Si è accanito sul corpo. Non è stata una rapina. Dalla casa non manca nulla e le stanze non sono a soqquadro.

Morto dissanguato, prima dell’arrivo dei medici. Un assalto brutale, forse legato a vecchie ruggini. Ora le verifiche dei carabinieri puntano sulle tracce dell’assassino nell’appartamento: le impronte sulla porta di ingresso. Un errore. I carabinieri fino a tarda sera hanno cercato il coltello, anche nei cassonetti della spazzatura. L’assassino potrebbe avere le ore contate.

Il primo passo dei carabinieri è esaminare il ‘profilo’ della vittima. Mario Palma è incensurato. Sconosciuto alle forze dell’ordine. Ascoltano i vicini di casa: una brava persona, un uomo perbene. Abitava solo. Nessuna lite in passato. Carattere mite. Questo spinge gli inquirenti a restringere il campo delle ricerche.

Conosceva l’assassino: si è fidato e gli ha aperto la porta di casa. Nonostante l’omicida nascondesse un coltello. Ieri mattina i carabinieri di Bagnoli sono tornati in via Mario Gigante. Hanno una ‘pista’, ma servono riscontri. Anche di natura tecnica, per cristallizzare il quadro il prima possibile. Al momento mantengono il massimo riserbo sulle indagini. L’assassino ha commesso diversi errori e ora seguono le tracce.

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