AFRAGOLA – Una manciata di secondi, dieci in tutto, sono bastati per scrivere un’altra pagina di sangue nelle strade di Afragola. Pasquale Buono è stato assassinato mercoledì intorno alle 19 all’interno del suo negozio di biancheria intima in corso Italia, freddato con almeno quattro colpi di pistola al torace. Un’esecuzione in piena regola, registrata dalle telecamere di sorveglianza che hanno immortalato ogni momento di quella che appare come una vera e propria missione di morte.
Due uomini in sella a uno scooter Honda SX, vestiti di scuro e con il volto coperto da caschi integrali, compaiono all’altezza del civico 27. Il passeggero scende, impugna un revolver calibro 38 e si dirige deciso verso l’ingresso del negozio. In pochi istanti spara, colpendo la vittima e seminando il panico. Una persona presente in strada si getta a terra per cercare riparo. Il killer risale in sella e lo scooter scompare rapidamente, nello stesso modo fulmineo in cui era arrivato.
I primi rilievi parlavano di tre colpi sparati alle spalle, ma la perizia balistica ha chiarito che i proiettili esplosi sono stati almeno cinque, tutti al petto, e che i fori alla schiena sarebbero di uscita. L’arma, un revolver, non ha lasciato bossoli, elemento che complica ulteriormente il lavoro degli investigatori. Il profilo dell’agguato richiama da vicino dinamiche camorristiche.
Pasquale Buono, 45 anni, era formalmente incensurato, ma non sconosciuto alle forze dell’ordine. Secondo ambienti investigativi, sarebbe stato vicino al clan Moccia. A confermare le ombre sul suo passato ci sono anche le dichiarazioni, mai riscontrate, di un ex boss oggi collaboratore di giustizia, che lo indicava come partecipe a fatti di sangue. Conosciuto nel quartiere come “Pasquale ’o grappino”, il suo nome era già comparso in un’inchiesta legata all’omicidio di Luigi Mocerino.
