NAPOLI – Un’epurazione interna, una punizione per aver tentato di mettersi in proprio, di fondare un clan tutto suo dopo la militanza nelle file dei De Luca Bossa, di voltare le spalle alla cosca e provare a imporre il suo cognome. Col passare delle ore si fanno largo nuove ipotesi sul brutale omicidio di Alessio Bossis, il 22enne sorpreso lunedì pomeriggio da un commando di fuoco nel piazzale del centro commerciale In Piazza, a Volla, dove viveva e dove aveva l’obbligo di dimora, lui che da qualche tempo era sorvegliato speciale. Ed è evidente che a sorvegliarlo non fossero soltanto le forze dell’ordine. Chi ha ucciso Bossis sapeva perfettamente che l’avrebbe trovato nel centro commerciale. Non era solo, il 22enne figlio di un noto imprenditore ed ex promessa del calcio, quando i killer lo hanno sorpreso scaricandogli addosso una raffica di piombo. Pare infatti che il ragazzo fosse insieme ad altri soggetti, anche loro bersagli del raid, riusciti però a scampare alle pallottole.
E quindi il conto sarebbe ancora aperto. Bossis potrebbe aver pagato con la vita la sua ambizione di fondare un clan tutto suo, tant’è che negli ambienti criminali di Napoli est da qualche tempo si parlava “dei Bossis” e non “di Bossis”, quindi al plurale e non al singolare. Imparentato con i De Micco, il 22enne era ritenuto vicino ai De Luca Bossa. Nei giorni scorsi suo zio sacerdote, don Benedetto Toglia, ha sfogato così il suo dolore: “Questo è il tempo del silenzio non del giudizio, questo è il tempo della preghiera non dell’odio, questo è il tempo di chiedersi dove stiamo andando. Perdiamo ore a guardare il nostro smartphone senza accorgerci di chi ci siede accanto, Parliamo con persone che sono dall’altra parte del mondo e non rivolgiamo parola al nostro vicino. Oggi i nostri giovani, credono di poter disporre anche della altrui vita ma la colpa è di chi gli ha insegnato solo bisogni e non valori. A tutti chiedo una preghiera per mio nipote Alessio, la sua vita è finita questa sera per una mano folle. Alessio avrà per sempre 22 anni”.
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