Omicidio Carbisiero, il 17enne in cella: “Colpo partito mentre mostravo la pistola”

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Davide Carbisiero e Francesco F.

SUCCIVO – Omicidio Carbisiero, le indagini si allargano ad altri giovani: al vaglio la posizione di altri già sentiti dagli investigatori. Tra loro potrebbe esserci qualcuno che pur accorgendosi di quanto accaduto non avrebbe dato l’allarme. Secondo la versione fornita agli inquirenti, il 17enne nel mostrare l’arma avrebbe fatto partire accidentalmente un colpo che ha raggiunto il giovane al collo, uccidendolo sul colpo. Versione che sarebbe stata confermata anche da un amico maggiorenne, presente durante al momento dello sparo. Le telecamere interne della sala slot non funzionanti al momento del delitto, hanno reso impossibile verificare le versioni fornite. Le uniche immagini disponibili sono quelle registrate dalla videosorveglianza pubblica, attualmente al vaglio degli investigatori insieme ai tabulati telefonici dei due giovani, utili per ricostruire eventuali contatti prima dell’incontro, e verificare se l’appuntamento fosse stato concordato o casuale.

La pistola, nascosta in un casolare poco distante, è stata recuperata grazie alle indicazioni fornite dallo stesso indagato, risultato negativo ai test su alcol e droga. Oggi presso la Procura dei Minori di Napoli sarà formalmente conferito l’incarico al consulente tecnico al medico legale Antonio Lombardi per l’esecuzione dell’autopsia sul cadavere del 19enne. E’ probabile che gli esami autoptici vengano eseguiti in giornata o al massimo domani. Come persone offese si sono costituite la madre della vittima, Concetta Cirillo e la sorella del giovane, Caterina Carbisiero. Dagli esami necroscopici si capirà meglio se a causare la morte del 19enne sia stato un solo colpo o più di uno, esplosi dal 17enne con una pistola. Gli investigatori intanto stanno chiudendo il cerchio sulle persone che erano presenti nella sala al momento dell’omicidio o che sono entrata appena dopo il delitto.

Resta da ricostruire con maggiore esattezza cosa sia avvenuto nel lasso di tempo intercorso tra la morte di Carbisiero e l’allarme del gestore del bar che a quanto pare al momento dell’omicidio era chiuso. Un giovane è stato intanto sentito come ‘persona informata sui fatti’; si trovava l’altra notte con il 17enne arrestato per omicidio. Ha affermato di non sapere che l’amico avesse una pistola e tantomeno che volesse uccidere il 19enne. E’ stato rilasciato senza contestazioni. Il giovane è stato tra quanti gli investigatori hanno ascoltato per avere un quadro chiaro sul come siano andate le cose prima e appena dopo l’omicidio di Davide Carbisiero. Il ruolo del giovane amico del 17enne arrestato e di conseguenza il suo eventuale ruolo sono però al vaglio. Stando a quanto sarebbe emerso nella prima fase delle indagini espletate dai carabinieri di Aversa, il 17enne avrebbe detenuto con sé l’arma al momento del litigio. e l’avrebbe fatta rinvenire dopo che si è consegnato, prima di essere arrestato dai carabinieri di Aversa.

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