Omicidio Caruana, l’intermediario testimonia: “Fenech è l’unico mandante”

I fratelli Degiorgio, Alfred e George, e Vince Muscat, sono accusati di essere i sicari

Demonstrators hold posters depicting murdered Maltese journalist Daphne Caruana Galizia as they attend a protest vigil outside the Maltese High Commission in London on April 16, 2018, six months after she was assasinated. Caruana Galizia was assassinated by a car bomb on October 16, 2017, just down the road from her residence. The blogger had made repeated and detailed corruption allegations against both Muscat's inner circle and the opposition. / AFP PHOTO / Tolga AKMEN

MILANO – L’intermediario dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia a Malta, Melvin Theuma, testimoniando in tribunale ha definito l’imprenditore Yorgen Fenech “l’unico mandante”. Ha raccontato che almeno due volte Fenech gli disse: “Voglio uccidere Daphne Caruana Galizia”, in un caso. Aggiungendo poi che la giornalista avrebbe altrimenti pubblicato informazioni su uno zio.

La testimonianza sul caso Caruana

A Theuma, tassista e usuraio, è stata poi promessa l’immunità in cambio di informazioni sull’assassinio avvenuto nel 2017. Theuma ha dichiarato di aver contattato e incontrato Alfred Degiorgio, uno dei presunti sicari. E che la richiesta per assassinare la reporter fu di 150mila euro. Il denaro, ha raccontato Theuma, gli fu poi consegnato in una busta da Fenech, che gli disse: “Questi sono per l’omicidio”. I fratelli Degiorgio, Alfred e George, e Vince Muscat, sono accusati di essere i sicari.

Le dichiarazioni

Theuma ha anche dichiarato che incontrò l’ex capo di gabinetto Keith Schembri, e in quell’occasione l’intermediario che organizzò l’incontro gli disse che avrebbe avuto un incarico governativo, ha riferito Times of Malta. Ciò sarebbe accaduto pochi giorni dopo che aveva informato Fenech di quanto sarebbe costato uccidere la reporter investigativa. Theuma ha affermato di aver ricevuto tre o quattro assegni mensili per questo impiego, che non sapeva quale fosse, pagamenti che si fermarono due mesi dopo le elezioni del 2017.

(LaPresse)

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