CIVITANOVA MARCHE – Ambulante ucciso nella cittadina marchigiana. A perdere la vita un uomo di origini senegalesi, Alika Ogorchukwu per mano di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo operaio di una fonderia della zona, ora dietro le sbarre con l’accusa di “omicidio volontario aggravato dai futili motivi e della rapina del cellulare della sua vittima”. Poi sono giunte le scuse dell’aggressore che ha dichiarato di “essere addolorato e non essersi reso conto di quanto stava facendo”. Domani è attesa l’udienza di convalida per Ferlazzo
I fatti
Tutto è avvenuto davanti all’indifferenza dei passanti alcuni dei quali hanno ripreso il tutto con i telefonini. Oltre che alle telecamere della zona che mostrano l’aggressione durata ben quattro minuti, fono al tragico epilogo. A scatenare l’ira di Ferlazzo un gesto dell’ambulante che “avrebbe preso – secondo il legale dell’omicida – la donna per il braccio” nei pressi della stazione centrale. Poi l’inseguimento e l’aggressione a mani nude fino alla morte dell’ambulante. Ferlazzo, inoltre, si sarebbe impossessato del telefonino della vittima caduto in terra “scambiandolo per il suo” ha precisato il legale che pare abbia annunciato di voler chiedere la perizia psichiatrica per il suo assistito e che sarebbe sottoposto ad amministrazione di sostegno. Una situazione “estemporanea dovuta a futili motivi e a una dichiarazione abnorme” hanno spiegato gli inquirenti, che sarebbe nata senza alcun riferimento al razzismo.
Comunità sgomenta
Così Fabrizio Ciarapica, sindaco della città marchigiana: “Civitanova città razzista? Assolutamente no: è una città accogliente, inclusiva, aperta, che si è sempre contraddistinta per la pacifica convivenza e questo è testimoniato anche dal fatto che mi stanno contattando tantissimi civitanovesi che vogliono aiutare la famiglia della vittima. Tutta la comunità è rimasta sgomenta e scossa per l’accaduto – ha aggiunto – un omicidio che non rispecchia l’anima di Civitanova Marche, che condanna fortemente sia il tragico fatto che l’indifferenza di chi vi ha assistito”. Una tesi confermata anche dagli inquirenti: l’aggressione sarebbe stata scatenata a loro dire da una “situazione estemporanea dovuta a futili motivi e a una dichiarazione abnorme”.