Omicidio Vassallo, svolta nelle indagini. Il mondo politico: ora bisogna andare sino in fondo

NAPOLI – Quattordici lunghissimi sono passati tra il giorno dell’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, e i quattro arresti di ieri. Tanti. Troppi. La politica plaude all’operazione di ieri ma chiede che non ci si fermi. Perché non tutto è chiarito. Perché tanto c’è ancora da fare. Vassallo era un politico di razza, innamorato del suo territorio e della sua gente. Aveva appena cominciato il suo quarto mandato consecutivo alla guida della città di Pollica, una perla incastonata nel cuore del Cilento, era stato consigliere provinciale ed era presidente della Comunità del Parco. Un ambientalista vero. Un sindaco coraggioso. Aveva 57 anni quando fu ucciso ad Acciaroli. “Siamo contenti, è un risarcimento morale a una famiglia ed è un atto credo di omaggio per un grande amministratore che ha avuto coraggio e che, da quello che si comprende, ha combattuto per la legalità. Ci auguriamo ovviamente che questa volta si arrivi a individuare i colpevoli. Già altre volte abbiamo avuto notizie che poi si sono rivelate infondate. Se arriveremo alla conclusione ci sarà da essere orgogliosi e da esprimere gratitudine alla magistratura, alle forze dell’ordine”, ha detto il governatore Vincenzo De Luca. Vassallo, secondo la Procura, è stato ucciso perché era ad un passo dallo svelare un traffico di stupefacenti che aveva come centro nevralgico il porto di Pollica, la sua città. Quella mattina era atteso in Procura per svelare agli inquirenti quanto aveva captato da primo cittadino. E’ stato fermato prima. Con le pistole. E anche i leader nazionali della politica plaudono a quel coraggio, oltre che al lavoro di chi ha indagato. “Angelo Vassallo è stato un amministratore amatissimo che ha pagato con la vita il suo impegno politico e civile e la sua lotta alla criminalità e al malaffare. Desta grande inquietudine poi la notizia che tra gli arrestati ci siano un alto ufficiale e un sottoufficiale dei carabinieri e seguiremo gli sviluppi dell’inchiesta finché si farà piena luce. Ci stringiamo attorno ai fratelli di Angelo, Dario e Massimo Vassallo, che in tutti questi anni hanno continuato a cercare la verità senza mai arrendersi. Continueremo, insieme, al loro fianco”, ha dichiarato la leader dem, Elly Schlein. “Da anni noi del Movimento 5 Stelle siamo impegnati a chiedere verità e giustizia per l’assassinio di Angelo Vassallo, il ‘sindaco pescatore’. Il tempo trascorso, 14 anni, non ci ha fiaccati. I quattro arresti appena disposti segnano una svolta. E ispirano un rinnovato senso di fiducia in chi, come noi, è sempre rimasto convinto che questo delitto sia nato dall’amore sconfinato di Vassallo per la sua terra e per i valori calpestati da clan criminali, con la connivenza di ufficiali dello Stato”, ha aggiunto il numero 1 del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Ma le oltre 400 pagine dell’ordinanza di ieri non chiariscono ancora tutto. E la politica italiana chiede che non ci si fermi. “L’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, è una ferita ancora aperta per l’intero territorio e ha segnato profondamente tutto il Paese. Gli arresti di quattro persone, a 14 anni da quel drammatico giorno, rappresentano un passo in avanti decisivo per individuare ogni responsabilità. Con questa svolta nell’inchiesta la verità e’ più vicina e si potrà fare piena luce sui depistaggi messi in atto attraverso un sistema che, nel Cilento, ha agito per ostacolare l’accertamento dei fatti. Il mio pensiero va ai familiari del sindaco Vassallo, che non si sono mai arresi e che meritano giustizia”, ha spiegato il deputato campano Tullio Ferrante, sottosegretario di Stato al Mit. “Con il senatore Antonio Iannone siamo stati promotori di un comitato d’inchiesta per far luce sull’efferato delitto che ha portato alla morte il sindaco pescatore, il 5 settembre 2010. Chi si è macchiato di tale crimine deve pagare. Con il comitato di inchiesta lavoreremo per dare risposte al territorio e a chi oggi chiede giustizia e verità per Angelo Vassallo e per il Cilento”, le parole di Pino Bicchielli, Dopo 14 lunghi anni, vicecapogruppo di Noi Moderati alla Camera dei Deputati, componente della commissione Antimafia e promotore del comitato d’inchiesta. “Fermo restando il lavoro della magistratura, bisogna andare fino in fondo svelando se ci sono state anche volontà per non fare emergere la verità. Non bisogna trascurare nulla e in questo senso come Commissione antimafia possiamo dare un contributo”, ha aggiunto il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, segretario della commissione Antimafia. “Sono quattordici anni che ad Acciaroli si fanno i nomi degli arrestati di oggi. L’intera comunità sapeva, sospettava, eppure la verità arriva solo ora, segno che qualcuno ha coperto, nascosto, occultato la realtà dei fatti” – il pensiero di Fulvio Martusciello, coordinatore regionale di Forza Italia in Campania – Nel Cilento esiste un sistema che non può restare senza colpevoli. Qui c’è dell’altro, ci sono coperture che vanno ben oltre i nomi dei singoli arrestati. Solo quando emergerà l’intera verità Angelo Vassallo potrà riposare in pace”. Non è ancora finita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il figlio del sindaco pescatore: “I depistaggi un dolore enorme”

NAPOLI (gp) – C’è una famiglia che non ha mai mollato, anche quando tutto sembrava finito, anche quando una coltre di nebbia aveva avvolto la tragedia più nera. E’ quella di Angelo Vassallo, il sindaco ‘pescatore’. “Quanto accaduto non riguarda solo noi, figli e familiari, deve far male a tutto il Paese. Sapere che le persone che ti devono difendere sono i presunti colpevoli di questo omicidio fa veramente male – a dichiararlo all’Ansa è Antonio Vassallo, figlio del sindaco ucciso nel 2010 – Fa veramente male sapere che le indagini siano state rallentate dal fatto che all’inizio una delle persone di cui non si sospettava era proprio la figura, che veniva elogiata, di questo colonnello Cagnazzo. Credo che questo abbia rallentato molto le indagini. Molte cose non vere sono state dette proprio per rallentare le indagini stesse. Quindi approfondire anche questi punti, puntare il dito nei confronti di chi ha raccontato fandonie, di chi non ha collaborato, anche persone del mio stesso paese. Spero verranno portate alla luce tutte queste dinamiche. Naturalmente un plauso va a chi ha lavorato a questa indagine, a chi ci ha sempre creduto, a chi veramente ci ha portato una forte verità dopo 14 anni. Noi in questo percorso siamo sempre stati di supporto agli inquirenti, abbiamo sempre dato fiducia nei confronti dello Stato, non abbiamo mai chiesto niente se non questo: conoscere assolutamente la verità. Ed è questo che vogliamo ancora. Oggi non abbiamo la verità assoluta su tutta la dinamica della vicenda ma abbiamo un punto importante, delle persone che sono in carcere, quindi bisogna partire da questo punto e capire cosa sia successo, per quale motivo è stato commesso questo omicidio”. La Fondazione guidata da Dario e Massimo Vassallo ricorda a tutti che questo è solo l’inizio. “Siamo solo alle battute iniziali di una tragedia che ha sconvolto il territorio e per la quale chiediamo giustizia piena”, hanno aggiunto, chiedendo a fronte di queste novità al ministro dell’Interno “di disporre un’ispezione urgente presso il Comune di Pollica”. Libera si spinge oltre: “Scopriamo che figure insospettabili, in ruoli di fiducia istituzionale, potrebbero essere state coinvolte in un crimine che ha scosso tutta la comunità e offeso i valori di legalità e giustizia che Vassallo rappresentava e difendeva. La sua dedizione, il suo coraggio e la sua lotta contro il malaffare e la criminalità organizzata non devono essere dimenticati – ha spiegato Riccardo Christian Falcone, referente di Libera per la provincia di Salerno – È imperativo, ora più che mai, che si faccia piena luce su quanto accaduto, smantellando ogni rete di omertà e coperture che ha potuto impedire l’emergere della verità. Oggi ricordiamo Angelo Vassallo non solo come il ‘sindaco pescatore’, ma come un simbolo di onestà e resistenza”. Negli atti viene confermata la paura di quelle ore. Il sindaco pescatore sapeva. Ma non si è fermato. Non si è voltato dall’altra parte. A costo della vita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome