Opa di Generali su Cattolica accende il faro sul delisting: bene se sale la capitalizzazione in Borsa

I dati mostrano un recente trend di crescita dell’incidenza dei delisting, passato negli ultimi 5 anni di analisi dal 50% al 90%

MILANO – Ubi Banca, Retelit, il gruppo Carraro: a Piazza Affari si susseguono le offerte pubbliche di acquisto sui titoli quotati. L’ultima in ordine di tempo è quella lanciata da Generali su Cattolica Assicurazioni. Al prezzo proposto di 6,75 euro per azione il Leone di Trieste intende assicurarsi il controllo dell’assicuratore veneto con l’obiettivo di rimuoverlo dal listino milanese una volta completata l’operazione. Tra le caratteristiche comuni delle cosiddette Opa vi è infatti il successivo delisting – rimozione dalla Borsa – della società ‘preda’.

Generali

La piazza milanese si avvia verso un rafforzamento o una perdita di forza, nel momento in cui perde una serie di titoli? “Alla fine quello che conta è la capitalizzazione complessiva. Se le Generali escono più forti da questa operazione si va verso un rafforzamento. Se a Piazza Affari scende il numero dei titoli ma la capitalizzazione complessiva – quella che conta – sale vi sarà un rafforzamento”, spiega a LaPresse Rony Hamaui, professore di Gestione delle banche e delle assicurazioni presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Se le Opa quindi procurano economia di scala, rafforzano le aziende ecc, penso che siano positive anche per la Borsa”, aggiunge Hamaui.

Il fenomeno delle Opa

La Consob ha di recente analizzato il fenomeno delle Opa nel paper ‘Le Opa in Italia dal 2007 al 2019: evidenze empiriche e spunti di discussione’. Nel documento si evidenzia in particolare come nella maggior parte dei casi le Opa prevedano un programma di delisting, sia come finalità propria che come obiettivo ‘associato’ al change of control. I dati mostrano un recente trend di crescita dell’incidenza dei delisting, passato negli ultimi 5 anni di analisi dal 50% al 90%. I dati risultato interessante sia per l’aumentata dimensione media delle società revocate sia perché la propensione al delisting si sta manifestando una fase di mercato sostanzialmente non negativa. Negli anni l’obiettivo dichiarato di Piazza Affari – e non solo – è sempre quello di far aumentare il numero di società quotate.

Rendimenti

Il premio medio riconosciuto agli azionisti è all’incirca del 13%, con valori superiori nelle offerte finalizzate ad una business combination e nelle offerte volontarie. I rendimenti, sia assoluti che relativi all’indice, delle azioni oggetto di offerta evidenziano in media valori negativi. In particolare, l’extra-rendimento è pari a -5,9% nei 12 mesi successivi e a -6,8% dopo 3 anni. Differenziando i risultati in base alla natura volontaria/obbligatoria delle offerte, si nota come tutte le configurazioni di rendimento ex-post risultino sensibilmente inferiori nel caso delle offerte obbligatorie.

Molto dipende dal prezzo dell’Opa. Se questo incorpora il valore dell’acquisita può ritenersi una buona operazione. L’unico fattore da monitorare è in questo caso la concentrazione del valore di mercato in mano a pochi. Se l’acquisita viene ‘svenduta’, invece, l’Opa non è conveniente e non è un buon segnale per il mercato che si trova di fronte al rischio di perdita di valore. Guardando ad esempio all’Opa di Generali su Cattolica, gli analisti sono positivi.

Le analisi

Gli analisti di Berenberg segnalano due punti a favore dell’offerta: “Si tratta di un consolidamento in-market in quanto Cattolica è un assicuratore puro italiano, quindi i rischi dell’operazione sono molto modesti e le sinergie possono essere superate” e inoltre “l’accordo è di dimensioni relativamente modeste, con l’offerta di 1,2 miliardi di euro che rappresenta poco più della metà del budget rimanente di 2,3 miliardi di euro di Generali” per le acquisizioni. Anche gli analisti di Soc Gen considerano l’operazione “un passo logico per Generali e l’intero settore assicurativo italiano, in particolare perché Cattolica è stata afflitta da problemi di capitale ed è sotto pressione per raccogliere 200 milioni di euro” tramite aumento di capitale nei prossimi mesi. Gli analisti evidenziano infine che, se confermato, l’accordo “porterebbe Generali al primo posto nel settore assicurativo Danni in Italia”.

(AWE/LaPresse/di Francesca Conti)

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