Open, l’ex fondazione di Renzi passata al setaccio dalla guardia di finanza

Foto Marco Alpozzi - LaPresse in foto Matteo Renzi

FIRENZE – La Open, l’ex fondazione di Renzi passata al setaccio dalla guardia di finanza. Da questa mattina il via alle perquisizioni non solo nella sede di Firenze, ma in quelle di molte altre città d’Italia: Firenze, Milano, Modena, Torino, Bari, Alessandria, Pistoia, Roma, Napoli e Palermo.

I reati contestati

La procura contesta a vario titolo anche riciclaggio e autoriciclaggio, appropriazione indebita e false comunicazioni sociali. Tra i reati contestati nell’inchiesta a vario titolo, considera riciclaggio, traffico di influenze, autoriciclaggio. La procura procede anche per reati in violazione della legge sul finanziamento dei partiti politici.

L’inchiesta

Prese il via nello scorso mese di settembre dopo le perquisizioni nello studio dell’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, indagato per traffico di influenze illecite. Già allora furono sequestrati vari carteggi e documenti tra cui i bilanci e la lista dei finanziatori della fondazione. Indagato l’ex presidente Alberto Bianchi per tr affico di influenze illecite tra il 2016 e il 2018. La Procura indaga  su un presunto pagamento effettuato dalla società di costruzioni Toto all’avvocato Bianchi per una consulenza e una cospicua parte di quella somma sarebbe andato nelle casse della Fondazione. E non più di qualche giorno fa il Tribunale di Firenze avva confermato il sequestro del materiale aggiungendo che  “a fronte della fattura numero 4 del 2 agosto 2016 emessa nei confronti della Toto Costruzioni Generali l’avv. Bianchi aveva ricevuto la somma di 801.600 euro”.

La ricostruzione

Dopo aver ricevuto quella fatidica somma il 12 settembre 2016, Bianchi versò due contributi: uno da 200.838 euro alla Fondazione Open e un altro per 200mila euro al Comitato per il ‘Sì’ al referendum costituzionale. “Sempre nel 2016 – è scritto nell’ordinanza – Alberto Bianchi e associati studio legale aveva ricevuto dalla Toto Costruzioni Generali, la somma di 1.612.000 oltre a Iva al 22 per cento per 354.640, totale fatturato 1.966.640 quale pagamento di prestazioni professionali”.Inoltre giudici hanno rilevano che “le operazioni, tenuto conto del loro peculiare profilo temporale e dell’entità delle somme versate alla Open, appaiono dissimulatorie di trasferimento di denaro da Toto Costruzioni Generali alla Open”.

Altro papocchio

E’ quello che riguarda Patrizio Donnini, il ‘dominus’ e fondatore della Dot Media, società di comunicazione che ha lavorato per la Leopolda di Matteo Renzi. Donnini, in una altra inchiesta è indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio: gli accertamenti riguardano le  compravendite nel settore dell’energia eolica tra la Immobil Green Srl di Donnini la Renexia dei Toto. Proprio grazie all’intervento della Immobil Green Srl nel 2016 e 2017 sono state acquistate cinque società autorizzate a produrre energia eolica che a loro volta sono state successivamente rivendute alla Renexia garantendo così una guadagno pari 950mila euro.

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