Operaio morto dopo la caduta dal tetto: condannati in due

Il verdetto di primo grado. L'incidente causò la morte di Antonio Valente

Tribunale di Santa Maria Capua Vetere

Accolte le richieste della difesa, rappresentata dall’avvocato Paolo Raimondo, sul riconoscimento delle attenuanti e sentenza di condanna leggera per Eduardo Cacciapuoti. L’imprenditore agricolo ha affrontato il processo, dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con l’accusa di omicidio colposo. Al centro dell’inchiesta che lo ha trascinato a giudizio c’è la morte di Antonio Valente, un manovale di 66 anni.

Stando a quanto sostenuto dalla Procura, Cacciapuoti aveva affidato a Valente alcuni lavori da fare presso la propria azienda agricola, intestata al figlio. Il 23 gennaio 2023, Valente stava riparando una tettoia in eternit quando cadde al suolo da un’altezza di circa 4 metri, riportando gravi ferite a causa dell’impatto. Fu portato in ospedale dove, dopo cinque giorni, proprio a causa delle lesioni riportate, l’operaio perse la vita.

Per il pubblico ministero Chiara Esposito, che ha seguito l’indagine, Eduardo e il figlio avrebbero avuto la colpa di incaricare Valente di effettuare quegli interventi “senza alcuno strumento di protezione individuale e senza verificare la sua idoneità tecnico-professionale, non risultando il lavoratore iscritto alla Camera di Commercio e non essendo titolare di posizione Inps”. Il pubblico ministero aveva chiesto 3 anni e un mese di reclusione per Cacciapuoti e suo figlio, ma il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto una pena leggera: 7 mesi per Eduardo e 6 per il figlio.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome