Palermo, 15 mag. (LaPresse) – Si è conclusa con un arresto e tredici denunce in stato di libertà una lunga indagine della polizia nei confronti di soggetti dediti allo scambio in rete di immagini e video pedopornografici. L’arrestato, un quarantaseienne della provincia di Pescara, è stato colto in flagrante con un’enorme quantità di file con scene di violenze sessuali a danno di bambini, alcuni dei quali in tenera età. Le indagini – condotte dal Compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Palermo con il supporto dei compartimenti di Pescara, Milano, Torino, Bari, Genova, Venezia e Cagliari, coordinati del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma -, si sono sviluppate a partire dallo scambio tra il Servizio polizia postale e la gendarmeria canadese di dati che hanno consentito di individuare e tracciare le connessioni telematiche utilizzate per la condivisione dei file da parte degli indagati. Le indagini informatiche, durate circa un anno, sono state poi integrate dai più tradizionali accertamenti di polizia giudiziaria, quali sopralluoghi, pedinamenti e appostamenti, per accertare le abitudini e le frequentazioni dei soggetti. Sono quindi scattate perquisizioni locali e informatiche.
Le perquisizioni, che hanno interessato anche aree geografiche esterne al territorio nazionale, sono state coordinate dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on-line (Cncpo) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma, organismo che conduce le attività specialistiche di analisi delle immagini per l’identificazione delle vittime, avvalendosi dell’accesso diretto a Icse (International Child Sexual Exploitation), database delle immagini pedopornografiche dell’Interpol di Lione, in cui sono archiviati i file utili all’identificazione di minori e abusanti, condivisi dalla comunità internazionale di polizia. L’impiego, nel corso delle perquisizioni, di sofisticati dispositivi informatici, appositamente sviluppati per ricercare le prove della detenzione e dello scambio del materiale pedopornografico, ha confermato gli elementi raccolti nel corso delle indagini consentendo di procedere alla denuncia di 13 soggetti e all’arresto di uno, nella cui abitazione sono state trovate migliaia di video e di immagini prodotti usando violenza su bambini in tenera età. I profili dei soggetti coinvolti nell’indagine testimoniano la diffusione del fenomeno, tra persone poco più che maggiorenni come in pensione, lavoratori dipendenti e autonomi, in possesso di un titolo di studio di base e laureati.