ROMA (loredana lerose) – Il ministro della Giustizia Andrea Orlando prova a dare la sveglia al Pd, o a quello che ne resta. Dure le affermazione del guardasigilli nei confronti del segretario dimissionario Matteo Renzi che, stando a Orlando, pur di non approfondire la discussione sulle cause della disfatta dem alle elezioni, preferisce distogliere l’attenzione puntando, comunicativamente, sull’alleanza con il M5S. “Le dimissioni o le dai o non le dai, non è che poi partecipi alle consultazioni – dice Orlando – Una volta appurato questo vediamo quale è la direzione da prendere. Non è che Renzi, che ha preso il 70%, scompare dalla vita politica, dopodiché questo ruolo non può essere quello di segretario se si è dimesso”. Bisogna andare oltre e per farlo c’è da rimettere in discussione il partito partendo dalla sua struttura e dalle sue regole. “Non bisogna fare una frettolosa corsa alla scelta della leadership – spiega Orlando – c’è prima da fare un percorso di rifondazione del Pd, dovremmo aprire una fase costituente, di fronte a una botta come questa non basta cambiare segretario ma capire che percorso aprire, c’e’ forse bisogno di regole nuove con cui far vivere la nostra democrazia interna”.