ROMA – “L’altra riforma approvata dal governo Draghi riguarda il capitale umano pubblico e il reclutamento del personale per gestire il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Appena tornato ministro, ho voluto siglare il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale con i sindacati e sbloccare i rinnovi contrattuali. Sono stato sobissato di critiche.
Ma i ‘volti della Repubblica’, come li ha definiti il presidente Mattarella, non sono quelli che hanno salvato il Paese durante la pandemia? Se non diamo loro un riconoscimento, se non li mettiamo al centro della ripresa, che segnale diamo? La cosa migliore, in una fase come questa, è andare controcorrente”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo a Fiuggi all’evento ‘Ritorno al futuro: il mondo che verrà’.
“Ho voluto anche sbloccare i concorsi pubblici. Ho chiesto al Comitato tecnico-scientifico a quali condizioni potevo farlo: breve durata delle prove, distanziamento, sicurezza. Mi sono detto: e se ne approfittassimo per fare una grande riforma digitalizzando tutte le procedure? Basta carta e penna, basta Ottocento, basta due-tre prove scritte. Ne è nata una piccola grande rivoluzione che cambierà il volto della Pa.
Prima per fare un concorso ci volevano fino a 4 anni, adesso cento giorni. E poi per tutta la mia vita ho puntato al merito. Questo vuol dire valorizzare il merito: tutto digitale, trasparente, nessuna raccomandazione. Io sono figlio di un venditore ambulante. Gli ascensori sociali sono la speranza, la bellezza, il sogno di tutti noi. Da economista vi dico: non c’è un debito sostenibile o insostenibile. Tutto dipende dal tasso di crescita, che non è solo quantitativo, ma anche culturale, etico, sociale, di giustizia. A un Paese a cui manca il sogno, anche se cresce tanto, manca qualcosa”, ha concluso.