ROMA – Paga oraria e un quid per le prestazioni con pagamento dei contributi Inps e Inail e cancellazione degli algoritmi di reputazione. E’ quanto prevede la Carta di regolamentazione per i riders. E’ stata messa a punto Foodora in vista dell’incontro di domani con il ministro del lavoro, Luigi Di Maio. L’ha annunciata l’amministratore delegato di Foodora, Gianluca Cocco, al Festival del Lavoro, a Milano. La Carta è già stata firmata da altre realtà del settore.
Autonomia dei riders
Il tutto si basa sulla flessibilità e permette ai rider di decidere quando, se lavorare e se accettare la consegna. A fine maggio a Bologna era stato messo sul tavolo il primo accordo metropolitano in Europa sui temi della Gig economy, la ‘Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali nel contesto urbano’. Era stata firmata però solo da due piccole realtà (Sgnam e Mymenu). I giganti del delivery come Just Eat, Glovo, Deliveroo e Foodora non avevano aderito aspettando un confronto a livello nazionale.
Chi sono i riders
Una bici o uno scooter, uno smartphone e pedalare. Potrebbe essere questa la sintesi di una giornata da rider, di corsa per le strade delle principali città a ritirare da ristoranti e pizzerie e consegnare a domicilio cibi e piatti pronti. Un piccolo esercito – tra fissi e saltuari siamo arrivati a 50 mila l’anno – di fattorini. Sono l’avanguardia dei lavoratori da app o da Gig economy, che sta crescendo a ritmi esponenziali senza regole e senza tutele in un settore, quello del food delivery, che macina percentuali di crescita a due-tre cifre. Su questi “lavoratori non-lavoratori” si sono accesi i riflettori con la sentenza del Tribunale di Torino. L’autorità giudiziaria, nella contesa tra sei rider e Foodora, ha confermato come il rapporto di lavoro dei fattorini sia da inquadrare come attività autonoma; con tutte le conseguenze del caso in termini di mancata applicazione delle protezioni proprie del lavoro dipendente.
I numeri
L’Osservatorio eCommerce del Politecnico di Milano ha stimato il mercato italiano del Food and Grocery online in oltre 800 milioni di euro, con una crescita nel 2017 del 37%. La ristorazione e consegna di cibi pronti (online food delivery) vale oltre 200 milioni di euro e ha una penetrazione di mercato del 24%. I principali player attivi sono: Deliveroo, Foodora, JustEat, Glovo, UberEats. Leader di mercato, però, è Deliveroo, il colosso inglese che nel 2017 ha visto il fatturato crescere del 600% a livello mondiale, con incrementi rilevanti anche in Italia. Nel nostro Paese è passato da 4 a 14 città di consegna, con ordini aumentati di 18 volte in dodici mesi e clienti più che raddoppiati, +120%.
Modalità di lavoro
I rider italiani hanno un turn over elevatissimo: da qui la stima di circa 50 mila persone che, tra fissi e saltuari, si iscrivono alle piattaforme delle società di consegna. Si tratta per lo più di studenti, con un’età media di circa 25 anni, che lavorano in media circa 12 ore a settimana, per meno di 6 mesi l’anno. Non mancano, però, i casi di lavoratori, disoccupati o sotto-occupati, meno giovani, che si dedicano a tempo pieno a questa attività. Solitamente i rider operano per una sola società, ma possono lavorare anche per più d’una. Non c’è contratto di lavoro, ma solo di collaborazione a partita Iva. Il guadagno medio è sotto i 10 euro l’ora, ma a fare la differenza è spesso la modalità di organizzazione del lavoro: pagamento orario o pagamento a consegne.