Palermo, bancarotta da 2,5 milioni: vita e auto di lusso per gli indagati

In pochi anni erano riusciti a distrarre dalle casse della società di noleggio mezzi oltre due milioni e mezzo di euro con avevano comprato immobili, auto gioielli e beni di lusso

Carabinieri (Foto Andrea Butti/LaPresse)

PALERMO – Viaggiavano con auto di lusso, indossavano orologi preziosi e vivevano in una villa con piscina. I cinque indagati colpiti da misura cautelare firmata dal gip di Palermo ed eseguita stamane da carabinieri e guardia di finanza, avevano un tenore di vita da jet set e programmavano di scappare all’estero in un paradiso fiscale dove non pagare più tasse. In pochi anni erano riusciti a distrarre dalle casse della società di noleggio mezzi oltre due milioni e mezzo di euro con avevano comprato immobili, auto gioielli e beni di lusso. Il meccanismo era quello di sottrarre ogni asset attivo dalla società, abbandonarla al fallimento non prima di aver fittiziamente venduto il ramo d’azienda con i pochi attivi rimasti, alla nuova società creata per continuare a partecipare ad appalti e affidamenti diretti con le pubbliche amministrazioni.

L’indagine di carabinieri e guardia di finanza di Partinico in provincia di Palermo, che ha portato questa mattina all’esecuzione di cinque misure cautelari emesse dal gip di Palermo nei confronti di quattro imprenditori del settore rifiuti e di un funzionario comunale, ha avuto origine nel settembre 2018, a seguito di un attentato incendiario a danno di alcuni mezzi e strutture dell’autoparco del comune di Partinico. L’immediato intervento dei carabinieri della compagnia di Partinico ha consentito di avviare una attività investigativa, anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, nel corso della quale sono emersi verosimili elementi di connessione tra l’atto intimidatorio e una procedura di affidamento per il nolo dei mezzi destinati al servizio di raccolta dei rifiuti che l’Ente locale aveva aggiudicato alla Co.ge.si., la società riconducibile a quattro indagati.

(LaPresse)

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