Palermo, mutilavano le persone per truffare le assicurazioni: fermi in corso. Scoperto anche un morto

Le indagini hanno evidenziato la particolare cruenza degli adepti delle due organizzazioni criminali

Omicidio
Foto LaPresse - Stefano Porta

Palermo (LaPresse) – La polizia di Stato di Palermo sta eseguendo un provvedimento di fermo volto a disarticolare due pericolosissime organizzazioni criminali. Erano dedite alle frodi assicurative realizzate attraverso le mutilazioni di arti di vittime compiacenti. Le indagini hanno evidenziato la particolare cruenza degli adepti delle due organizzazioni. Scagliavano pesanti dischi di ghisa come quelli utilizzati nelle palestre sugli arti delle vittime. In modo da procurare delle fratture che spesso menomavano le parti coinvolte. Costringendole anche per lunghi periodi all’uso di stampelle e a volte alla sedia a rotelle. In questo modo truffavano le assicurazioni.

Anche un morto tra le persone mutilate

Durante le indagini sulla frode alle assicurazioni tramite la mutilazione, che oggi ha portato a diversi provvedimenti di fermo, è stata scoperta la storia di un tunisino. E’ stato trovato morto su una strada alla periferia di Palermo nel gennaio del 2017. La morte, in un primo momento, era stata considerata come conseguenza di un incidente stradale. In realtà era stata determinata dalle fratture multiple cagionate da appartenenti ad una delle due associazioni criminali per inscenare un finto incidente.

La polizia ha accertato che le vittime compiacenti venivano reclutate dai membri delle organizzazioni in luoghi frequentati da soggetti ai margini della società. Tra questi tossicodipendenti, persone con deficit mentali o affetti da dipendenza da alcol, e con grandi difficoltà economiche. Erano attratti dalle promesse di facili e cospicui guadagni, mai corrisposti dalle organizzazioni criminali. Le associazioni criminali organizzavano le frodi assicurative su vittime alle quali a volte i membri delle associazioni, in maniera rudimentale somministravano, dosi di anestetico procurate da un’infermiera in servizio presso l’ospedale Civico di Palermo, per attenuare le grida di dolore delle vittime.

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