Palermo, truffa alle assicurazioni: 8 misure cautelari, 238 polizze irregolari

Operazione della Guardia di Finanza

LaPresse31-03-2012 Firenze, Italia cronaca Blitz della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle Entrate su Ponte Vecchio a Firenze, per controlli fiscali alle botteghe orafe. L'operazione è scattata stamani e ha riguardato la verifica di scontrini e ricevute fiscali. Nella Foto: La Guardia di Finanza su Ponte Vecchio

PALERMO – La guardia di finanza di Palermo ha eseguito questa mattina otto ordinanze cautelari emesse dal gip di Palermo su richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis nei confronti di 8 indagati. Per tre indagati sono scattati gli arresti domiciliari, Salvatore e Francesco Mendola, oltre a Francesco Sideli. Sono indagati a vario titolo per associazione a delinquere, esercizio abusivo dell’attività assicurativa, accesso abusivo alle banche dati e truffa assicurativa.

Cinque provvedimenti di interdizione per mesi, con obbligo di dimora nel comune di residenza, sono stati notificati a: Jonathan Varrica, Paolo Genovese, Nicola Pedone, Vincenzo Teresi e Caterina Lucia. Oltre agli otto destinatari di misura cautelare, c’è un nono indagato che non è stato colpito da provvedimenti del gip. Le indagini, condotte dagli specialisti del nucleo di polizia economico finanziaria – gruppo tutela mercato beni e servizi guidato dal colonnello Gianluca Angelini, hanno consentito di ipotizzare, allo stato delle acquisizioni probatorie, l’esistenza di uno strutturato meccanismo illecito finalizzato alla realizzazione di truffe a danno di compagnie assicurative e dei cittadini contraenti.

Le indagini della guardia di finanza che hanno portato questa mattina all’esecuzione di otto misure cautelari, tre agli arresti domiciliari e cinque obblighi di dimora, ha accertato 238 casi di polizze irregolari. Il presunto sistema illecito sarebbe stato attuato mediante la stipula della polizza assicurativa nei confronti del contraente in buona fede che versava il corrispettivo previsto. Contratto che poi veniva alterato dal gruppo che inoltrava alla compagnia assicurativa la medesima polizza, ma con dati alterati al fine di corrispondere un premio minore.

Questo permetteva agli indagati di beneficiare indebitamente della differenza tra il premio corrisposto dal contraente in buona fede e quello effettivamente versato alla compagnia assicurativa. Nello specifico, il meccanismo si basava su false attestazioni di residenza dei contraenti presso comuni connotati da un parametro tariffario più vantaggioso e sulle alterazioni dei certificati dello stato di famiglia per far risultare il sottoscrittore della polizza quale convivente con persone rientranti in classi di merito più favorevoli per usufruire delle agevolazioni previste della c.d. “Legge Bersani”. Al fine di reperire i dati utilizzati per la predisposizione della falsa documentazione, gli indagati avrebbero effettuato anche accessi non autorizzati alla banca dati dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (Ania).

(LaPresse)

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